Se mi chiedi cos’è Disruption, io, d’istinto, ti rispondo: è passione. La mia curiosità ed il mio amore per il mondo dell’advertising mi hanno sempre portata a studiare e cercare attivamente, soprattutto in rete, campagne, forme e mezzi di comunicazione. Convenzionali e non. Un giorno ho deciso di avere un diario su cui appuntare tutto questo e di condividerlo. Così è nato disruption, blog in cui ho deciso di assegnare la parte di protagonista proprio alla creatività, quella che si distingue per la sua carica rivoluzionaria e si riversa su forme e mezzi di comunicazione non-tradizionali.
La ricetta del successo non la conosco. Al contrario, ne avrei approfittato subito. Ma credo che gli ingredenti di base siano la passione, la curiosità, l’impegno, la condivisione e le relazioni.
2) “Creatività che rompe le convenzioni” mi piace il tuo “marchio di fabbrica, e ti dirò di più, il tuo blog mi fa pensare molto ad un libro che sto leggendo Creatività di R. Florida: l’hai letto? Vedi dei nessi tra il pensiero di questo autore e il tuo blog?
Ho letto Florida e devo dire che è stato, ed è tuttora, insieme a Jean-Marie Dru, fonte di ispirazione.
Penso ci siano numerosi nessi, in quanto credo che nella creatività sia possibile trovare il seme dell’innovazione e dello sviluppo economico. Il pensiero disruptivo offre una nuova visione e nuove opportunità. La questione su cui sarebbe interessante riflettere è quella delle condizioni sociali e organizzative capaci di far crescere la creatività, e perché in un blog che tratta della “creatività che rompe le convenzioni” le campagne italiane siano sempre più rare.
3) I tuoi post sono spesso e volentieri supportati da video…cosa vuoi farci trasmettere?
I post su Disruption riguardano prevalentemente campagne di ambient o guerrilla, perché forse in esse la creatività si esprime al meglio. Riguardo ai video, devo dire che, invece, la creatività lascia quasi sempre il posto alla “tattica”. Ad elementi che, piazzato il filmato sui siti di condivisione video, ne incentivano la diffusione virale. Bene, quando i miei post sono supportati da video, significa che in essi, oltre alla pura tattica, ho trovato una sana dose di pensiero laterale. In altri casi, i video sono le stesse operazioni di ambient/guerrilla filmate e poi disseminate in rete. Ultimo esempio è la campagna realizzata per il progetto The Truth.
4) Attorno a te sei riuscita a creare un alone di mistero e curiosità che ti circonda…. È una cosa voluta? pensi di fare un coming out più avanti?
Devo dire che in molti, da quando ho aperto il blog, mi hanno contattata, tutti curiosi di conoscere la mia vera identità. In cinque mesi di blog ho costruito importanti relazioni. Ed un unico elemento ha fatto sempre da collante: la passione per lo stesso argomento. Così, la sola identità virtuale, da cosa voluta, è diventato l’elemento che ha accresciuto il valore e la sincerità delle relazioni.
Proprio per questo motivo, non sento al momento l’esigenza di rivelare il mio nome e la mia identità. Ma sono sincera, e da buona markettara, ti dico che sicuramente farò un coming out più avanti, ma quando ne avrò bisogno.
5) Noi apprezziamo sempre molto i tuoi commenti che lasci sul nostro blog: ricordi un post che ti ha colpito in particolare?
Ho appreso da MarketingArena il progetto di tesi 2.0 Alessandro Guerra. L’argomento mi ha colpita particolarmente per l’idea e la modalità innovativa. Inoltre è una chiara testimonianza dei cambiamenti in atto nell’intera società. Altro post è sicuramente quello sulle sick girl, fenomeno che mi ha incuriosita molto.
6) Che ci consigli per marketingarena? credi che dovremmo cambiare qualcosa o piacciamo così?
Mi piace l’idea di una “palestra di marketing”. Ed il modo in cui approcciate gli argomenti lo trovo molto buono. Per cui non posso fare altro che consigliarvi di andare avanti così. E di non smettere mai di essere curiosi.