Dal 1969, a seguito del crescente aumento delle richieste, si rende necessaria l’apertura del nuovo stabilimento a Costabissara e l’inizio di continui interventi per incrementare la capacità produttiva. Nel 1992 si verifica l’entrata in azienda il figlio Dario, che introduce le innovazioni della tecnologia e l’impulso della nuova generazione, rivolgendo l’attenzione anche al mercato internazionale.
Dal 1996 presenza di successo in Internet, con il web strumento sinergico per lo sviluppo dei mercati esteri.
Oggi, la Dolciaria Loison, produce circa 600 t di dolci l’anno, per un fatturato che nel 1999 ha superato i 4 miliardi.
Punti di forza:
Lavorazione artigianale, altissima qualità, affidabilità dei prodotti, personalizzazione delle confezioni, efficienza nel servizio, rispetto dei tempi di consegna, ma anche cultura della buona tavola ed esportazione del made in Italy
Utilizzo delle nuove tecnologie: su tutte, la possibilità di acquisto su ebay, e l’interessantissima pagina di valutazione dei prodotti, che fa capire come la cura dei particolari sia un must per l’azienda.
Esportazione dei propri prodotti: oggi più del 50% del fatturato proviene dall’estero, da oltre venti Paesi del mondo, tra cui Germania, Francia, Spagna, Inghilterra, Argentina, Brasile, Canada, Russia, Belgio, Grecia, Svizzera, Giappone, Usa, Sud Africa e Australia.
Oggi dunque, i prodotti Loison si inseriscono in una fascia di mercato medio-alta, caratterizzata da una forte fedeltà al marchio e una discreta attenzione per l’aspetto qualitativo, più che per il prezzo.
Tuttavia, analizzando il settore di appartenenza, emergono alcune considerazioni: la prima è legata alle funzioni d’uso. Assistiamo, infatti, a una progressiva destagionalizzazione dei prodotti dolciari da ricorrenza, che vengono richiesti anche in altri momenti dell’anno, e che – si veda ad esempio il caso Bauli – impongono un ripensamento dei prodotti in chiave “minore”.
Inoltre, esistono almeno due segmenti legati al settore: uno legato alla competizione industriale, quindi con prezzo medio-basso e legato alla GDO; l’altro, premium, legato all’eccellenza qualitativa in primis.
L’azienda, posizionandosi su quest’ultima fascia, ha evidentemente tralasciato la grande distribuzione selezionando punti vendita di nicchia. Tuttavia, il canale internet, sembra aver in qualche modo ridotto il gap dovuto alla stagionalità e alla scarsa capillarità della distribuzione.
È possibile affermare, dunque, che il connubio tradizione e tecnologia ha in qualche modo aiutato l’azienda a rimanere competitiva in un segmento difficile (in primo luogo a causa degli alti costi).
Filippo Minelli