Conoscete Freshbooks? Si tratta di un programma per gestire integralmente il processo di fatturazione, un programma che come tanti altri (abbiamo recentemente parlato di Sellf) semplifica la vita gestionale di un’azienda, rendendo commodity molti dei servizi precedentemente assegnati alla ragioneria.
Se volete far felice un piccolo imprenditore durante un convegno, basta utilizzare la seguente formula: “spesso nelle aziende il marketing è affidato al reparto commerciale, quando è presente”, sorrisi ed applausi quasi a dire “questo si che capisce le nostre esigenze e difficoltà”. La verità però è un’altra. Un tempo le aziende, soprattutto medie e piccole, non avevano un ufficio marketing non tanto perché non se lo potevano permettere, semplicemente perché il marketing non era strategico, o almeno non lo era come lo è oggi. Un buona agenzia pubblicitaria vecchio stampo (account, art director e copy) poteva coprire un piano mezzi senza imbarazzo, garantendo ad un prodotto non per forza eccellente, ma almeno buono, successi e prosperità.
Oggi le risorse sono finite, le fiere meno efficaci, la pubblicità stanca e il web spopola. Internet mette in difficoltà i pubblicitari che si rintanano dietro campagne che non hanno cambiato gli indicatori (grp, esposizione) ma solo i mezzi, e l’adv su Facebook è trattata come una esterna qualsiasi. Poi però ci sono le pmi, le newco disintermedianti e le agenzie di performance marketing, un nucleo destabilizzante che, elmetto calato, sfida il web marketing con azioni di free riding digitale, raggiungendo il paradiso dell’awareness dalla porta di servizio.
In questo contesto alcune competenze aziendali divengono commodity, tra queste l’amministrazione e parte delle vendite, altre assumono un’importanza non più prescindibile. Il marketing e la comunicazione sono tra queste. Sempre più spesso mi viene richiesto di ricoprire il ruolo di project manager, in realtà si tratta di un “temporary chief marketing on demand”, ruolo di cui pmi e startup vanno ghiotte, proprio a causa delle sopra citate risorse.
Lo dico a mio discapito, quella competenza è strategica. Le agenzie ed i consulenti devono sviluppare un percorso di accompagnamento e lavorare sempre per garantire un valore aggiunto, ma nessuno marketer potrà fare bene il proprio mestiere senza un interlocutore aziendale all’altezza. A buon intenditor..
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