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L’e-commerce non cura tutti i mali

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Non sentirete spessissimo parlare di e-commerce su Marketing Arena, anche se ne parleremo sempre di più. Ci sono realtà bravissime ad occuparsene e lasciamo a loro ogni incombenza. Il punto però è che da osservatori dei fenomeni digitali non possiamo non notare una crescita spasmodica dei volumi di questo mondo (che il consorzio netcomm cerifica con dati e studi) e del conseguente “effetto moda” che inevitabilmente la cosa porta con se. Queste poche righe sono dedicate all’imprenditore e non al consulente e vogliono semplicemente portare tre raccomandazioni emerse da varie casistiche raccolte nel tempo:

  • I soldi non bastano: uno dei casi più lampanti è quello dell’imprenditore che guida un business consolidato ma in fase di forte rallentamento e si ritrova quindi con soldi ed energie da spendere. Un mix interessante che però lo porta a dimenticare quello che nel suo lavoro l’ha sempre distinto e portato ad eccellere: la supremazia su un certo prodotto, servizio o segmento. Se avete dei soldi e volete costruire un e-commerce senza sapere altro, le probabilità di fallimento sono elevatissime
  • Mai come in questo caso, focus: dovete sapere che un consulente muore ogni volta che “vogliamo costruire il grande e-commerce del vino italiano nel mondo”. Basta leggere i dieci punti chiave elencati da Giovanni Cappellotto per capire che, ad esempio, vendere all’estero non è una cavolata. Il focus sul prodotto, o sull’insieme di prodotti, è vitale, ma spesso lo dimentichiamo
  • Il problema non è la piattaforma: Sicuramente “Magento o Shopify” è un tema vero, ma il fatto è che se Apple decidesse di vendere iWatch su un e-commerce da 4 dollari al mese… lo venderebbe! Il prodotto fa la differenza, al netto di questo servirà una fase di (business design) per definire il modello di posizionamento sul mercato rispetto ad altri e-commerce ed al mercato fisico e solo successivamente (e qui la piattaforma conta ma fino ad un certo punto) ad essere vitale sarà l’esperienza utente all’interno del sito. Un caso che mi è rimasto impresso è quello di Val D’oca che mixa sapientemente varie piattaforme ed integra l’e-commerce nella propria strategia di marketing in maniera strutturata, vendendo anche con ebay e altre piattaforme esterne. Forse la vostra soluzione di e-commerce di chiama Amazon, o magari Farfetch, non abbiate l’ansia da sito web! Una citazione di merito anche per Byness, un e-commerce che sta crescendo tantissimo e vende…carta igienica! (disclaimer: sono casi che NON seguiamo noi, semplicemente è gente brava).

Non abbiamo altro da aggiungere, se non di “aprire gli occhi”, mai come in altri progetti l’e-commerce rappresenta qualcosa di davvero complesso, il nostro consiglio è di mettere in campo almeno due tipologie di professionisti, una realtà di consulenza per la progettazione, ed una di execution per la parte di sviluppo. Il tutto, ovviamente, ammesso e non concesso che la logistica sia “tirata a puntino”.

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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