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Facebook e i concorsi (di colpa)

Se è possibile che non vi siate mai trovati faccia a faccia con l’esigenza di creare un contest su facebook, certamente avrete visto (se non partecipato a) qualche concorso messo in piedi, ormai sempre con maggiore frequenza, da qualche brand su facebook.

Iniziamo col dire perchè un’azienda spende tempo e risorse per mettere in piedi una programmazione strutturate con lo scopo di dare dei premi senza apparentemente ricevere nulla in cambio.

Beh, anche se esiste una profonda differenza tra brand e brand e tra concorso e concorso, mi sento di poter estrapolare un filo rosso comune a tutti i contest: awareness, engagement, marketing research, creativity e loyalty. Questi, in linea di massima, i principali macroobiettivi a cui si mira mettendo in piedi un contest.

Ma nella strada che mira al raggiungimento di questi c’è un terzo incomodo: Facebook.

Se da un lato la sua killer app (il mi piace), il tag, la condivisione e molte altre funzionalità del social di Zukerberg rappresentano applicazioni ottime per potenziare la portata di un contest, dall’altro sono decisamente azioni illegali. Ricordate la best practice per eccellenza, il caso più di successo riguardante il social media marketing? Parlo della campagna Ikea.

Beh, adesso non sarebbe replicabile. Le normative di Facebook in merito ai contest sono molto rigide (anche se non accompagnate con una rigidità nell’applicazione concreta, visto l’ampio numero di contest “non a norma” che esistono su FB) e suddivisibili in 3 diverse tipologie.

La prima tipologia prevede le cose che l’organizzatore deve specificare, come “una dichiarazione che la promozione non è in nessun modo sponsorizzata, appoggiata o amministrata da Facebook né associata a Facebook o una dichiarazione in cui viene specificato che il partecipante sta fornendo le sue informazioni a destinatario delle informazioni e non a Facebook”.

Esiste poi una sezione in merito a ciò che l’utente deve dichiarare, su tutti la certificazione in cui “ciascuno degli utenti che partecipano alla promozione solleva Facebook da qualsiasi responsabilità”.

Infine esistono delle norme oggettive a cui occorre attenersi, che riassumo in due sentenze:

  • Non si possono fare contest che utilizzino applicazione native di facebook (come il mi piace, il commento, lo share…) per veicolare la partecipazione o generare meccanismi di votazione.
  • Il contest non può essere fatto in bacheca. Necessita di un’app o di una tab che in ogni caso rimanda ad un sito esterno.

Conoscevate queste macro-regole (che trovate dettagliatamente descritte sulle pagine di facebook? Consiglio a tutti di consultare le linee guida delle promozioni [#promotionsguidelines], ringraziando, nel frattempo, Facebook per la “magnanimità” e la “transigenza” con cui le mette in pratica! 🙂

(Credits image: http://www.xconomy.com/)

 
 
AUTORE

Marco Vangelisti

Marco Vangelisti, classe 1987, toscano DOC, appassionato-curioso-esperto di comunicazione, marketing e social media, tanto da trasformare questi in un lavoro. Mi piace avere la vita piena e vivere sotto stress, per poi scaricarlo con lo sport e la musica. Vedo il bicchiere mezzo pieno e rido di gusto.
 
 

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