Quando l’influenza ti costringe a subire un media perchè le forze non consentono l’attività sulla tastiera che internet richiede, la televisione torna in auge. Con queste premesse posso scrivere qualche considerazione sul festival di Sanremo 2008, provando a vederlo con gli occhiali del marketing.
Lascio a Filippo la scienza esatta in merito (lui ci ha scritto su la tesi) e mi limito ad alcune riflessioni. Il festival di Sanremo è un evento globale di sicuro appeal che coinvolge in maniera quasi automatica quei 6 o 7 milioni di spettatori che solitamente bazzicano tra i varietà con svogliata indecisione, il problema non sono quindi le massaie o i mariti in pantofole, questa settimana sanremo ha infatti pensato bene di fermarsi nel mercoledi dedicato al Dio calcio. Il problema sono gli altri, quelli che dovrebbero rinunciare alle Iene o ai Cesaroni con un buon motivo di base, e quelli che dovrebbero resistere ad un chi l’ha visto d’annata dedicato però alla cronaca più recente, in questo caso alla tristissima vicenda di Gravina. Ecco il primo problema di questo evento, l’appeal. Proprio come il campionato italiano vende di più con Juventus e Milan in campo, l’assenza dei big pesa come un macigno sullo spettacolo. La Bertè somiglia alla cremonese (nobile decaduta) e gli animali da festival (Zariillo, Minghi) propongono buone idee, purtroppo buone solo a soddisfare il target della massaia distratta. Dove sono Ligabue, Zucchero, Vasco Rossi, Elisa, Laura Pausini e Tiziano Ferro? Con questi uomini sicuramente qualcuno avrebbe rinunciato alle iene.. e il festival sarebbe somigliato più alla Champion’s League che alla coppa uefa.
Passando al format (l’infleunza mi ha regalato anche tutti i programmi di approfondimento e critica del mattino), di certo le 5 serate somigliano più ad un’agonia che ad uno spettacolo snello, le alternative non mancano e oggi neanche le olimpiadi possono pretendere 5 giorni di massima audience (almeno quelle sono targetizzate…corsa..salto..). Anche l’eterno Pippo Baudo è un buon timoniere, se si cerca il colpo gobbo però non è certo l’uomo giusto. Molti hanno invocato la freschezza di un Bisio o la saccente simpatia di Bonolis..e intanto per il 2009 circola un nome nuovo.. Mike Bongiorno 🙁
Ultima stoccata, il marketing. Sembra intanto che la convenzione con il comune di Sanremo e i veti delle case discografiche valgano molto e condizionino le scelte più di quanto si pensa. La multimedialità non è certo incoraggiata (perchè non si vota on line?) e non si è presa in considerazione la formula reality nell’unico luogo che avrebbe potuto trarne giovamento. Il televoto è costoso quando nello spettacolo principe della tv pubblica (tra l’altro un’autoproduzione, non c’entra la endemol) si poteva far meglio. La rai incassa per Sanremo 40 milioni di euro che diventano 28 dopo gli sconti e al netto della percentuale alla concessionaria (Sipra), di questo 10 vanno al comune di Sanremo (che però ne reinveste 7 per i futuri) e 18 restano alla Rai. Visto che il prezzo si fa sull’audience dell’anno precedente (google analytics non è ancora embeddato 🙂 il danno per la Rai sarà ora duplice
– minori introiti futuri
– richiesta di sconti per quanto pagato quest’anno
Un bel problema dunque.. che ne dite?