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Crowdsourcing e politica partecipativa

Nella vasta rete sociale del world wide web la parola d’ordine è “condivisione e interattività”. Il tradizionale concetto di “informazione a senso unico” è soltanto un pallido ricordo rimpiazzato da una circolazione libera e multicanale dei contenuti. Nel web chiunque ha la facoltà di essere contemporaneamente consumatore e ideatore d’informazioni.
È questo il trend che caratterizza, ormai da tempo, le scelte di aziende e istituzioni che basano il loro operato su un modello di business che prevede lo sviluppo di un progetto in sinergia con persone organizzate all’interno di piattaforme sociali.

Si parla di crowdsourcing – neologismo usato per la prima volta nel 2006 da Jeff Howe nell’articolo “The Rise of Crowdsourcing” pubblicato sul magazine Wired – ovvero di un processo che riconosce negli utenti una fonte di ricchezza culturale e creativa inesauribile. Wikipedia e Google Moderator sono esempi emblematici di tale orientamento.

Questa tendenza, oltre ad avere ovvie conseguenze sociali, economiche e tecnologiche, sembra acquisire sempre più importanza e spessore in ambito politico.

È notizia recente la consegna al Parlamento islandese della prima Costituzione al mondo redatta tramite crowdsourcing, con l’ausilio cioè del popolo del web. I cittadini, durante tutto il periodo di creazione della Carta, hanno inviato, tramite i vari social network, commenti, opinioni e suggerimenti ai venticinque membri dell’Assemblea Costituente. L’intero svolgersi del processo di stesura è stato inoltre costantemente aggiornato online. Il testo definitivo sarà poi sottoposto a referendum nazionale nel 2012.

Restando in tema di politica partecipativa, senza valicare i confini di casa nostra, è da sottolineare la nascita del progetto Wikitalia. Riccardo Luna, giornalista ed ex direttore di Wired Italia, è uno dei suoi principali promotori.
L’iniziativa muove dall’assunto secondo il quale le persone sono un’enorme fonte di cultura, un crogiolo di esperienze e idee indispensabili al processo d’innovazione politica, sociale ed economica.
Wikitalia intende mobilitare un’intelligenza collettiva e collaborativa, in virtù di una nuova filosofia democratica basata sul concetto di Open Government.

Esperienze partecipative come queste presentano sfaccettature molteplici e complesse, punti di forza e di debolezza.

È onestamente difficile definire confini netti tra spirito civile cittadino e tentativo delle istituzioni di riconquistare una fiducia popolare che spesso è parsa venire meno.
In ogni caso, i due esempi citati suggeriscono interessanti opportunità di riflessione e numerosi interrogativi sui quali poter discutere.
Di certo sono espressione di una società che sta mutando rapidamente i significati condivisi con i quali interpreta e si relaziona alla realtà quotidiana.

Credit for Image: www.propostalavoro.com

 
 
AUTORE

Matteo Malantini

 
 

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