In questi giorni in cui tutti vanno in ferie ho deciso di premere sul pedale e dare gas alla comunicazione dell’azienda di famiglia. Se c’è un gap con aziende più quotate, titolate e che comunicano meglio, allora tale gap va colmato in fretta, soprattutto ora che molti sciallano al sole, mentre io dal basso minaccio le loro sicurezze in termini di comunicazione 🙂
Studiare marketing e comunicazione e pianificare la comunicazione sono due cose talmente diverse che quasi si offendono a vicenda, valutando la realtà aziendale sto comprendendo diverse cose:
– il media internet nel 2007 sarà il media. Bisognava essere pronti 4 anni fa, ora non si può davvero più farne a meno, soprattutto se vendi servizi.
– i budget che un’azienda stanzia per la comunicazione, grandi o piccoli che siano, costringono sempre a delle scelte. E’ su tali scelte che interviene l’intuito e la spinta del “mitico imprenditore del nord est” che sa cosa scegliere senza sapere perchè va scelto, ma non sbaglia mai.
– esiste un’incertezza di fondo che è probabilmente incolmabile: dominare una materia è oggi impossibile (sul marketing virale ci sono più documenti di quelli che io riesca a leggere), dominare una funzione è utopico (gestire tutto il marketing di un’azienda? Follia coi tempi che ti cambiano sotto i piedi), dominare un’azienda è titanico.
In realtà tutti lo fanno.
Imprenditori che da soli gestiscono l’azienda, comprano la pubblicità e fanno anche la parte grafica, e la sera si fermano un’ora in più se c’è da completare la produzione.
L’effetto di tutto questo è che nessuna pmi analizza i costi per click o le redemption dei media se non “a spanne”, la mia discutibile politica di gestionde della comunicazione in azienda è stata un “proviamo un pò di tutto per 3 mesi, vediamo cosa va e poi riallochiamo”, non sarà l massimo ma senza dati di partenza era impossibile far meglio… vi terrò aggiornati
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