Niente di più consono al periodo: un’esperienza natalizia indimenticabile!
L’ideatore lo chiama guerrilla restaurant, volendo applicare ad un ristorante la transitorietà della moda, e l’interesse capillare che genera.
Si tratta di Reindeer, il primo locale londinese- e mondiale- a tempo: rimarrà infatti aperto soltanto dall’1 al 23 Dicembre e gli ideatori giurano di non replicare l’esperienza il Natale prossimo, o forse di farlo, ma in una città sempre diversa.
L’idea di costruire un ristorante per il periodo natalizio è di Pablo Flack e David Waddington, due gastroimprenditori – artisti che già hanno saputo rilanciare altri locali nei quartieri orientali di Londra.
Il ristorante userà una sala enorme dalle dimensioni di un hangar nella Truman Brewery, ex fabbrica di birra a Brick lane, a est della city. La sala è stata trasformata per l’occasione in una landa nordica con una foresta di veri pini e della neve finta, illuminata con una fredda luce polare e con mille candele sui tavoli, dal soffitto pendono lampadari con corna di renna di due metri di diametro importati dal Canada, tavoli e sedie sono laccati argento nero e rosso, proprio come le decorazioni natalizie e all’ingresso troneggia una renna enorme.
Per chi volesse un po’ di privacy ci sono anche piccoli chalet in legno immersi nella foresta importati direttamente dalla Svezia.
The Reindeer è un progetto artistico ma anche di business: l’investimento è di 750 mila sterline ma l’ideatore è convinto che gli afflussi gli permetteranno di coprire le spese e di guadagnarci anche perché dopo la cena del 23 Dicembre le cucine, affittate, spariranno e tutto il resto verrà venduto in loco in un asta al miglior offerente.
Penso che il fondatore ci abbia visto giusto, l’idea è senza dubbio innovativa e in linea ai principi del marketing esperenziale: il ristorante diventa speciale proprio perché è unico e irrepetibile e le occasioni per “viverlo” sono limitatissime. Il soggetto poi è assolutamente azzeccato e contribuisce a far emergere quella sensibilità al Natale che molto spesso la gente ricerca in questo periodo. Facendo presa sugli elementi emotivi soprattutto, in linea con la filosofia pubblicitaria dell’Empatia di Grey, direi che l’obiettivo sta centrando il bersaglio.
Ilaria Paparella per marketingarena