Lidl – si legge anche su wikipedia – è specializzato in alimentazione, bevande, articoli per l’igiene e altri articoli per la casa. Inoltre fa offerte di durata limitata, tipicamente di circa tre giorni, in altri prodotti più cari come elettrodomestici, computer o attrezzi. Lidl è anche solita vendere prodotti a marchio proprio, e spesso esiste una sola marca per tipologia di prodotto. Questo permette a Lidl di mantenere il prezzo più basso possibile, che è l’obiettivo principale della catena. In ogni caso, le analisi indipendenti delle organizzazioni dei consumatori hanno riscontrato che i prodotti di Lidl solitamente non sono peggiori di quelli di altre marche malgrado il prezzo più basso.
Ora, proprio da questo elemento vorrei partire con una riflessione: non c’è il rischio, data la politica di offerte di recente introdotta, che possa nascere qualche malumore o distonia tra il “nuovo tipo di pubblico” e la scarsa capacità di questo tipo di discount di far fronte a un flusso notevole di persone?
Mi spiego meglio: le offerte, che spesso sono tematiche e si rivolgono per forza di cose a categorie di persone diverse, non necessariamente le stesse che si vedevano prima e che erano gioco forza abituate a quel tipo di ambiente, portano ondate di persone – magari uomini – che devono poi fare la coda alla cassa (una o massimo due per mancanza di personale) e che non trovano in nessun modo assistenza e/o una gestione degli spazi e delle code adeguata. La politica del prezzo competitivo anche per le nuove offerte (che ricordo sono costituite anche da articoli “professionali”- quindi adatti ad essere acquistati da uomini e/o persone che potrebbero non essere famigliari con quel formato distributivo) può prevalere a lungo andare sulla totale inadeguatezza delle strutture e la scarsa presenza di personale?