HomeBlogSocial Media MarketingLe Social Media Manager dell’Istituto Treccani raccontano la gestione di autorevoli contenuti

Le Social Media Manager dell’Istituto Treccani raccontano la gestione di autorevoli contenuti

La lingua italiana è in continua evoluzione, si sa, e gli strumenti offerti dal web influiscono e interagiscono con questa rivoluzione in diversi modi.
Noi che ci occupiamo di comunicazione viviamo quotidianamente questo mutamento, che ci incuriosisce e ci affascina.
Così, dopo aver ascoltato l’autorevole punto di vista dell’Accademia della Crusca, abbiamo intervistato le Social Media Manager del prestigioso Istituto Treccani, che ci hanno raccontato come gestiscono contenuti di qualità, il peso della cultura e non solo…

Presentatevi ai nostri utenti: chi siete, cosa fate, qual è il vostro ruolo per Treccani?

Serena: sono laureata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo con specializzazione in Comunicazione digitale. Un percorso formativo che immagino sia nato dalla forte attrazione che ho sempre provato per i media digitali. È un amore sincero, tenuto vivo da una grande curiosità. Credo che il taglio socio-psico-antropologico degli studi mi abbia dato le chiavi giuste per comprendere come si generano le identità e le comunità digitali, e come la natura di ogni singolo media influenza i rapporti tra le persone e la società nel suo complesso.
Oggi, insieme a Barbara, mi prendo cura dei canali social media dell’Istituto Treccani, in particolar modo della pagina Facebook.

Barbara: sono laureata in Lettere e Filosofia con specializzazione in Discipline dello Spettacolo. Da più di 10 anni lavoro nell’ambito della comunicazione web e social (sì, sono l’anziana delle due!) e da 4 anni in particolare per l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, nello specifico gestisco e curo il profilo Twitter. Qualche anno fa ho deciso di aggiungere un nuovo tassello al percorso di studi universitari con il Corso di diploma per bibliotecari presso la SSAB – Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari, discutendo una tesi che prendeva spunto proprio da un “esperimento” di indicizzazione e classificazione delle risorse in rete condotto sul portale Treccani tramite l’uso dei tag, ma questa è un’altra storia…

In qualità di social media manager di Treccani, sentite “il peso della cultura”?

Non avvertiamo la cultura come un peso ma come uno stimolo, e una fonte di grande ricchezza. Crediamo che questo lavoro sia stata una grande opportunità, e oggi ne abbiamo la piena consapevolezza. In rete – e sui social in particolare – si respira un grande bisogno di cultura, di riferimenti e punti di vista autorevoli. È una domanda forte che ci motiva molto nel nostro lavoro quotidiano.
Certo, sentiamo il peso dell’autorevolezza della fonte, che ci impone un’attenta verifica di tutte le informazioni e le risposte che diamo sui profili Treccani.

Come gestite il vostro piano editoriale in termini di contenuti, frequenza e grafica? Di quali tool vi servite per gestire la vostra attività?

Gestiamo il piano editoriale con molta attenzione, in modo da dare priorità ai contenuti che valorizzano il database dell’Enciclopedica Treccani in rete, soprattutto quelli legati ad argomenti di interesse (lingua italiana, arte, letteratura) e di attualità (con approfondimenti degli autori del magazine). Per quanto riguarda la frequenza di aggiornamento, preferiamo non disturbare i nostri fan con pubblicazioni troppo frequenti (salvo situazioni particolari come gli eventi di settore). Piuttosto, cerchiamo di concentrare i nostri sforzi nell’individuare e proporre contenuti unici e di qualità, in sintonia con le esigenze di comunicazione dell’Istituto.
Quotidianamente utilizziamo strumenti di editing e grafica per le immagini, e software di monitoraggio per l’analisi delle conversazioni in rete che, associati ai classici strumenti di analytics per l’andamento del traffico sul portale e sui singoli canali social, ci permettono di intercettare gli interessi degli utenti e proporre loro i contenuti di maggiore interesse.

L’evoluzione della lingua italiana ai tempi di internet: cosa ne pensate?

La nostra lingua è in continua evoluzione, la diffusione dei media digitali non solo conferma tale tendenza ma contribuisce ogni giorno a rendere la lingua italiana mutevole, flessibile e accogliente.
Uno dei contenuti più apprezzati sono proprio i neologismi, le parole nuove che ogni anno entrano nei dizionari di lingua italiana: spesso sono gli utenti a coniare nuovi termini o a segnalarceli, quando li ascoltano in radio o in tv o li leggono su qualche giornale. È difficile dire in assoluto se l’evoluzione è positiva o negativa. È sicuramente importante che ognuno di noi faccia la propria parte e che sia guidato da una giusta dose di buon senso quando sceglie dove e come comunicare.

Quali sono i contenuti che innescano più coinvolgimento?

Tutto quello che ha a che fare con la lingua italiana (pillole di grammatica, curiosità sulle origini dei termini, approfondimenti su stili e linguaggi dei personaggi pubblici). Sono molto apprezzate le poesie, ma anche i contenuti del magazine di attualità culturale del portale, soprattutto quando intercettano l’esigenza di conoscere e interpretare i fenomeni attuali o scatenano la curiosità intorno a storie e fatti poco noti al grande pubblico. E in questo gli autori sono molto bravi.

Ammesso che capiti, per quale motivo venite criticati? E come vi comportate in questi casi?

Purtroppo non esistono istituzioni che non vengano criticate per qualche motivo.
Sui social può accadere per un refuso o per motivi di dissonanza cognitiva, ovvero quando il brand affronta argomenti sensibili (come religione, politica, orientamenti di genere, appartenenze etniche o culturali).
In genere evitiamo di polemizzare con gli utenti, in parte perché è legittimo che ognuno esprima la propria opinione, giusta o sbagliata che sia, in parte perché le discussioni troppo accese, solitamente, non hanno mai conseguenze positive sulla comunità.
In fin dei conti, i contenuti che pubblichiamo sono spunti di conversazione, gli utenti sono liberi di confrontarsi. Ciò non toglie che siamo sempre molto vigili e attente, leggiamo ogni commento e se il clima si scalda eccessivamente interveniamo per moderare i toni.

A che tipo di fanbase vi rivolgete? E secondo voi, che uso fanno della vostra pagina vista la particolarità del contenuto?

I canali dell’Istituto Treccani sui social media attualmente sono generalisti, quindi in linea di massima ci rivolgiamo a tutti coloro che sono appassionati di lingua, letteratura, arte, o scienza.
Tra i nostri fan abbiamo molti studenti (universitari soprattutto) e insegnanti, ma anche blogger e giornalisti alla ricerca di fonti certe per scrivere i loro pezzi. In generale, sono gli amanti della cultura che ci seguono assiduamente, probabilmente perché si fidano dell’autorevolezza della fonte.
Per fare un esempio, su Twitter un blogger ha creato con il vocabolario Treccani una sua personale rubrica, “Parola del giorno”, e ci coinvolge puntualmente nel suo tweet quotidiano.
I canali vengono utilizzati sia come strumento di aggiornamento e approfondimento, sia come luogo di intrattenimento, dove reperire curiosità e conferme. Soprattutto la pagina Facebook ha un livello di interazione molto alto, non solo grazie ai contenuti che pubblichiamo, ma anche per i quesiti di lingua italiana che gli utenti ci rivolgono (e che riusciamo a risolvere grazie al lavoro scrupoloso della Redazione).

Ci piace pensare che siamo state capaci di costruire un tassello importante nella diffusione della cultura in rete, una sorta di “segnalibro”, un nuovo punto di riferimento per le informazioni credibili e certificate. Noi ci crediamo. E forse è proprio questo il segreto del nostro piccolo successo.

Ringraziamo Serena e Barbara per averci raccontato la gestione dei loro autorevoli contenuti!

 
 
AUTORE

Serena Spitaleri

Arriva, mette le cuffie, e non la senti più. Il contenuto è il suo mestiere, il traffico di qualità il suo obiettivo. Con lei #staisereno. Garanzia.
 
 

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