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Media tradizionali: quale futuro?

Riguardo l’impatto che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno avuto nella vita quotidiana di chiunque (dal semplice consumatore alla grande impresa), se n’è parlato abbondantemente e soprattutto ci si è concentrati in larga misura su quelle che sono le caratteristiche del medium internet (che se vogliamo rappresenta il comune denominatore di tutto ciò che sta alla base dell’ICT), e i principali aspetti di straordinaria novità e discontinuità rispetto al passato.
Parole come multimedialità, interattività, rapporti one to one e many to many sono diventati improvvisamente termini di uso comune.
Ora, in uno scenario così profondamente modificato, viene da chiedersi quale sia il ruolo che verranno a ricoprire i media tradizionali e come si prospetterà il loro futuro.
Nel cercare di dare una risposta a tali domande, vi voglio proporre due visioni diametralmente opposte che ipotizzano due differenti evoluzioni dello scenario:

1) la prima visione è quella che il video che vi ho proposto traccia sulla possibile evoluzione della rete: esso sostiene che ogni cosa collegata ai vecchi media svanisce; si prevede che il 2011 sarà il punto di non ritorno: tutti gli investimenti pubblicitari si sposteranno in rete e il giornale elettronico sarà un prodotto di massa; nel 2015 i giornali e le tv spariranno, la radio andrà su internet e sarà proprio la rete ad includere e unificare tutti i contenuti. Il video tende poi a portare le varie conseguenze all’estremo, o forse no (dipende dai punti di vista), ma in maniera molto chiara vuole far capire che i media tradizionali sono destinati a scomparire.

2) La seconda visione sul futuro dei media è quella tracciata da Nicholas Garnham (preside della School of media studies e direttore del Centre for Communication Information Studies della University of Westminster, Londra). Egli sostiene che le predizioni fatte sugli effetti dello sviluppo delle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione siano state piuttosto esagerate. Secondo il suo punto di vista la situazione attuale non cambierà di molto nel prossimo futuro. Egli prevede che tra 10-15 anni la gente guarderà un numero relativamente limitato di canali televisivi (un po’ più di quelli attuali), e che il sistema di trasmissione sarà magari digitale e terrestre anziché analogico, ma che non saranno distribuiti su internet; le persone inoltre continueranno a leggere i giornali e le riviste e, per quella data, la maggior parte dei servizi internet fallirà dal punto di vista commerciale.

Alla fine dunque della descrizione dei due differenti modi di interpretare l’evoluzione dello scenario futuro, vi chiedo quale, secondo voi, sarà la strada più realistica oppure se esiste una via di mezzo, un ambiente in cui i nuovi media e i media tradizionali possono convivere ognuno con ruoli ben definiti, ma complementari tra loro.

Fonte: www.mediamente.rai.it

Thomas Longo

 
 
 
 

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