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Social networks alla ribalta: il fenomeno facebook

Facebook, o faccialibro per i più goliardici. Un fenomeno senza precedenti per pervasività e multiculturalità, non è un gioco e non è uno spazio di lavoro, non è un planner e non è una piattaforma di condivisione multimediale: è tutte queste cose assieme. Facebook è una piattaforma estremamente flessibile che vive di link e materiali caricati dagli utenti, utenti che in Italia sono oltre 1.500.000 con uno strabiliante + 130% nell’ultimo trimestre e con il nostro paese a guidare la classifica mondiale della crescita degli utenti.

Cosa si fa su facebook? Essenzialmente si trovano amici, o meglio si ritrovano. Si tratta infatti di uno strumento ideale per recuperare connessioni sociali affievolite, dai vecchi compagni delle superiori alla compagnia dell’oratorio, e rivivere in vecchie foto pescate chissà dove momenti divertenti magari dimenticati. Il fenomeno dei link è la catena che unisce milioni di persone nel mondo e l’evoluzione su scala foto – video avviene grazie alle etichette: niente di più bello (o di più brutto) che essere “taggati” in una foto altrui e rivedersi in quella festa in cui si è andati un po’ troppo in la..

Perché facebook è degno di nota? Sicuramente a livello di privacy i problemi non mancheranno, ma è dal mondo del marketing che dobbiamo attenderci i colpi migliori; facebook è infatti famoso per le migliaia di questionari e mini-giochi compilati in continuazione dagli utenti (es. “che sportivo sei?” – “qual è il tuo film preferito?”) che potrebbero trasformarsi in un batter d’occhio in strumenti di profilazione talmente precisi da far sbiancare i database marketers che tanto faticosamente si scervellano per trovare metodi di information retrieval partendo da dati spuri o destrutturati. Non solo, è già possibile inserire annunci profilati su facebook grazie alla grande mole di dati a disposizione.

Dati, dati e ancora dati. I macinatori di numeri sono oggi una realtà e la socialità mediata dalla rete conferma che l’interesse per questi fenomeni deve essere mantenuto ad un livello altissimo. Già in molti hanno partecipato alla “fase 2”, i facebook party: incontri in cui la community si ritrova off line per parlare o bere qualcosa, ed è divertentissimo sentire la sera in piazza persone semi-sconosciute additarsi con improbabili “ehi, tu sei mio amico su facebook!”.

Il fenomeno è sicuramente ludico, ma è altrettanto interessante. Dalle potenziali ricadute sociali (rischio di vivere in un contesto di iper-realtà in cui filmo un evento, e me lo perdo dal vivo per filmarlo, pur di condividerlo con gli amici) al rischio di inevitabile declino che tutti i social network scontano (in USA si registrano i primi abbandoni da sovraccarico informativo su facebook), passando per le potenzialità di marketing dello strumento (non proprio palesati a noi potenziali vittime di un data minino spietato). Sicuramente il tutto merita una riflessione, voi che ne dite?

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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