In occasione dei Digital Innovation Days, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Peter Hobolt Jensen, Director of Digital Innovation & Strategic Partnerships di Moleskine. Durante il suo speech, parlerà della digital transformation in azienda e di come sia possibile creare nuove opportunità di business e un maggiore coinvolgimento attivo dei consumatori.
Moleskine è il brand simbolo di uno dei più belli oggetti in cartotecnica dei nostri anni, qual è stato il momento in cui avete capito che sarebbe stato fondamentale creare un ponte fra la “carta” e il “digitale”? (mi riferisco ad esempio alla creazione dello smart writing set)
Prima di tutto, quando penso a Moleskine, impresa nata a fine degli anni Novanta, penso ad una piattaforma a disposizione delle persone che vogliono raccontare storie, riflessioni, disegnare, o semplicemente prendere appunti. Ai tempi del digitale, queste tendenze hanno dato seguito alla creazione di blog e diverse piattaforme di condivisione online.
Moleskine, quindi, ha percepito fondamentale adeguarsi alle esigenze di questo target cercando di associare il piacere delle persone e la loro abitudine di utilizzare il cartaceo con il digitale.
Io sono entrato a far parte dell’azienda alla fine del 2011. Da quell’anno abbiamo instaurato una partnership con un’azienda californiana chiamata “Evernote”.
Abbiamo iniziato connettendo semplicemente l’agenda all’app – che a quel tempo era ancora in fase di sviluppo – bastava connetterla nella sezione “Source” di Evernote.
La parte più interessante di questa partnership è stata costruire le prime fondamenta del ponte tra il mondo digitale e quello cartaceo. É stato un grande successo nel mercato e da una ricerca è emerso che le persone preferivano usare il taccuino Moleskine, collegandolo all’app, piuttosto che direttamente il loro smartphone. E questo ci ha dato la sicurezza che quella era la strada giusta. È stato l’inizio della connessione, ormai indispensabile, tra analogico e digitale, oggetto fisico e piattaforma online.
Tutto è partito dall’ascolto e anticipazione delle richieste della nostra audience, fino alla creazione di una vera e propria relazione, cosa molto importante per il nostro lavoro. La carta fa parte di un insieme di necessità più ampio che va dalla semplice scrittura dei nostri pensieri fino alla possibilità di comunicarli agli altri.
Gli oggetti Moleskine è possibile acquistarli online ma anche nei retail nelle grandi stazioni o nelle famose caffetterie. Quanto è importante per voi preservare l’equilibrio fra offline e online? In futuro avete intenzione di investire di più nell’e-commerce e limitare la presenza fisica nel mercato?
Penso, per certo, che sarà una combinazione di entrambi. Negli ultimi anni Moleskine ha avuto un’importante evoluzione, diventando un’azienda multi-catalogo: adesso abbiamo numerosi prodotti e una larga selezione. Diventa difficile per i retailer fisici adattare l’intero assortimento, mentre l’e-commerce permette di offrire in modo più ampio tutti i prodotti a tutti i clienti, nello stesso momento.
Interessante che tu mi abbia fatto questa domanda, perchéqualche giorno fa ho letto un’intervista del professore americano, Scott Galloway, che diceva che il “genio” di Apple non è l’Iphone, ovvero il prodotto, ma la vendita e l’esperienza della vendita. Il punto vendita diventa l’unico posto dove i clienti possono interagire con il brand. E in questa prospettiva penso che la vendita sarà sempre più “esperienziale”.
Spesso Moleskine instaura partnership con altre realtà. Come nascono le collaborazioni con altri Brand e piattaforme? Quali sono i criteri di selezione?
Tra le mie responsabilità, c’è anche quella di gestire le partnership digitali.
Una partnership -in termini finanziari- è abbastanza complessa e si spera venga mantenuta per un periodo di tempo più lungo possibile. Ad oggi, le partnership più importanti che coinvolgono diversi prodotti e collaborazioni a diversi livelli sono quelle con Adobe, che dura ormai da più di 5 anni, e con Dropbox.
I valori di queste realtà sono estremamente evidenti e coerenti con Moleskine. Dropbox, ad esempio, è un sistema di archiviazione che permette di modificare tutti i file dovunque siamo e da qualsiasi dispositivo. E questo è perfettamente in linea con noi, di come guardiamo allo scopo e ai valori dell’azienda nel lungo termine.
Quali sono gli ambiti in cui Moleskine investirà in futuro? B2C o B2B?
Penso che cercheremo un equilibrio tra B2B e B2C. Da un lato, ciò che chiamiamo B2B sono clienti come “laFeltrinelli” che vende i nostri prodotti. In altri casi, è come quando le aziende comprano i taccuini o altri prodotti, ci mettono il proprio logo e noi li customizziamo.
Il business B2B è in espansione e viene utilizzato da un numero sempre maggiore di aziende perché permette di dare valore, oltre che ai propri clienti, anche ai propri dipendenti (come regalo) e di conseguenza all’azienda. E questo si lega al discorso dell’esperienza, di sentirsi in possesso di un prodotto esclusivo. Questo sicuramente occuperà una fetta del mercato futuro
Cosa significa per Moleskine la partecipazione ai Digital Innovation Days?
Credo sia molto utile per due ragioni: prima di tutto penso che il pubblico coinvolto nell’innovazione sia molto interessato al processo di acquisto dei consumatori, soprattutto nel B2B e a tutta l’evoluzione che si sta sviluppando attorno a questo settore.
Il secondo punto è che, volendosi posizionare come tra i leader nell’innovazione, è utile per un’azienda come Moleskine, trovare delle buone partnership in tutto il mondo, così da farsi notare nel settore del “digital business”. Ci interessa parlare agli eventi, non solo per rappresentare Moleskine dal punto di vista commerciale, ma anche per costruire una solida piattaforma di comunicazione e network con l’innovazione.