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The Vintage Business

È incredibile come certe mode si propaghino alla velocità della luce e come queste spesso vadano in una spettacolare moltitudine di direzioni: è il caso del “fenomeno vintage”.

Alla faccia del 2.0, dell’innovazione, della tecnologia, dell’ipod… una fetta sempre più grossa di consumatori rimane affascinata da questo fenomeno; è incredibile come si arrivi a pagare un giocattolo, per puro spirito di collezionismo, centinaia di euro, e come si possa spendere almeno il doppio o il triplo del prezzo originale per un vestito vecchio di 30 anni fa, e usato.

In realtà, pur non essendo personalmente amante del genere, mi voglio schierare sul fronte di chi “osa”, di chi vuole manifestare il proprio status symbol, di chi vuole mostrare la sua voglia di rivivere i tempi lontani, quei tempi che hanno fatto grande la musica, la storia, la società…Arrivare all’acquisto della chitarra di Hendrix potrebbe essere per qualcuno il livello massimo di soddisfazione raggiungibile nella propria vita e per questo disposto a pagare cifre inestimabili, ma questo è solo uno degli esempi più forti del fenomeno, e forse in quel caso non si parlerebbe più soltanto di “moda del momento”, si andrebbero a toccare tasti molto più profondi… quello che voglio dire, in ogni caso, è che oggi sempre di più ci si trova di fronte a un fenomeno che da nicchia pura si è trasformato, grazie anche alla nuova tecnologia, in un business milionario: basti pensare ai mercatini dell’usato, ai negozi “specializzati Vintage” che nascono nelle grandi città (si pensi a Milano… ma ne ho visto anche a Venezia), e poi a tutto il mondo di internet, dai negozi on-line allo scambio più informale (…e forse sempre meno informale) su eBay…

Tutti questi sono solo alcuni degli esempi di luoghi dove trovare l’accesso a questo mondo, ma in realtà ciò che lo caratterizza, ovviamente, sono gli oggetti venduti al loro interno… chi non ha mai pensato di tirar fuori dalla soffitta qualche oggetto vecchio e inutile per rivenderlo? Beh, forse non proprio tutti lo fanno… però c’è chi vuole sbarazzarsi di queste cose e c’è chi le vuole comprare e i margini di contribuzione possono essere anche non bassi…

Il fenomeno che ho descritto, se pur in modo rapido, è quello “originale”, ovvero la nicchia sulla quale oggi molte grandi case di moda hanno posato lo sguardo trasformandolo in una potente moda momentanea e, a questo punto, mi viene da pensare che, avendo i prodotti di moda un ciclo di vita breve ed intenso, presto questo fenomeno cadrà nel baratro… e chissà se a quel punto chi lo praticava prima lo farà ancora…forse qualcuno sì, ma molti abbandoneranno probabilmente: è il fattore moda che porta a questo.

Ma è giusto? Come modello è sicuramente buono, perché si è trovato una nicchia potenzialmente forte e la si è fatta diventare un fenomeno sociale, sfruttando così il fattore moda… resta il fatto che probabilmente si è distrutto un’altra nicchia…

Stefano Guerra per MarketingArena

credits per l’immagine: fashionblog
 
 
 
 

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