Durante una chiaccherata con mia nonna (classe 1930) ho detto per battuta “ah nonna..ti serve proprio un computer”, la sua risposta è stata secca, basata sui termini “complessità” e “diavoleria”. Nel ritorno a casa mi sono chiesto se mia nonna avesse ragione.
E’ forse con egoismo e supponenza che chi si occupa di tecnologia (come noi) spesso considera gli over 65 un non-target, ci diciamo “sarà necessario pazientare, il web sarà diffuso solo quando gli attuali 50enni diverranno anziani” oppure “un 70enne non userà mai internet”. Ci sono alcune eccellenze virtuose che non hanno bisogno di aiuti e tutorial ma è a mio avviso un contesto tecnologico diverso quello di cui necessitano i nostri nonni. Non servono a mio avviso corsi di computer o tasti più grandi ma un adattamento “top down” (democratico) verso gli standard che i nostri anziani conoscono.
Ho provato ad immaginare un televisore “touch screen” in cui l’icona di skype è una provocazione e significa “chiama” ma in cui sono presenti anche servizi (il municipio), aiuto (la croce rossa), il meteo e un tasto di ricerca per entrare nel web vero, magari con un’interfaccia dedicata.
Non è forse sempre la persona a doversi adattare alla tecnologia, può accadere il contrario?