Il post che vi voglio proporre oggi è un semplice ragionamento, oltretutto abbastanza ipotetico visto che non ho molti dati “alla mano” per parlare… ma non mi interessa tanto affermare il vero oppure falso, mi interessa piuttosto evidenziare un esempio di potenziale pericolo di comunicazione negativa…
Non so quanti di voi seguano la Moto GP “tutti in piedi sul divano” la domenica quando non hanno molto da fare, e magari qui piove mentre su quelle appassionanti piste il sole schiocca lanciando messaggi di invidia a noi poveri italiani dal clima umido… ma per chi di voi la guardasse allora forse mi seguirà meglio in quello che dirò… tuttavia c’è la buona probabilità che a molti di voi le avventure di Valentino Rossi e colleghi non interessino e quindi è bene fare forse una breve premessa: pur non essendo né un in ingegnere né un professionista del settore, ma un semplice appassionato, mi è facile capire l’importanza della scelta delle gomme esatte in una gara… il pneumatico viene scelto dal pilota in collaborazione con il proprio team e con il proprio marchio e questo processo è fondamentale perché una gomma sbagliata ti fa perdere la gara… sono sicuro che alcuni di voi dirà “ma quante gomme vuoi che ci siano?” oppure ma “come si fa a sbagliare gomma?” … sono domande all’apparenza dalle risposte banali ma che nascondono in realtà risposte molto complesse, per cui cercherò di essere breve: il pneumatico generalmente viene “scelto” a seconda di molti fattori, tra cui ovviamente la fattezza del circuito da percorrere (esempio stupido: se ci sono più curve a destra, il lato destro della gomma sarà molto più importante e allora andrà fatto con una pasta più morbida o più dura a seconda dei casi) o le esigenze del pilota, ecc… in una gomma quindi si decide che pasta usare, si rispettano delle temperature esatte, il lato destro può essere diverso dal lato sinistro, ecc…
Detto questo e premesso che la collaborazione tra piloti, gommisti e l’azienda stessa proprietaria del marchio è un modo per innovare straordinario se poi questi risultati vengono portati nei contesti del consumo di massa, possiamo affermare che per quanto riguarda la Moto GP i due marchi più importanti (questo in realtà è molto legato anche ai piloti che ne fanno uso) sono Bridgestone e Michelin.
Fatte tante premesse arrivo al dunque… se pensiamo all’eterna gara dell’anno Stoner – Rossi ( i 2 contendenti più divertenti) chi sembra avere la meglio sembra essere il primo (e soprattutto grazie ad una Ducati che va come mai visto prima!), mentre l’amato Valentino ha spesso qualche problema con la sua Yamaha, problemi sono spesso ricondotti proprio alle gomme… la sensazione dunque, guardando il campionato con costanza, è quello che i piloti Bridgestone non considerino nemmeno, tanto vanno bene, la scelta dei pneumatici nelle loro strategie (cosa ovviamente impossibile, ma questa è la parvenza!), mentre i piloti Michelin sembra non parlino altro che di quello, in riferimento ovviamente ai problemi che emergono. A questo punto, premesso che entrambe le case sono marchi affermati, premesso che la scelta delle gomme è fondamentale per tutti e premesso che entrambi probabilmente lavorano bene (forse Bridgestone da un’impressione migliore, ma è bene ricordare che Michelin ha sempre avuto dei risultati eccellenti) non credete che a forza di sentir parlare ogni domenica male di Michelin al consumatore ne arrivi un’immagine storpiata e negativa? Io credo di sì…forse, magari stupidamente, se dovessi scegliere ora un paio di gomme per la moto o per l’auto, sceglierei Bridgestone, pur sapendo in fondo che Michelin è un ottimo marchio… ma Brigestone fa vincere “spensieratamente” i piloti… e questo influenza forse tantissimo…
Una domanda sorge spontanea… ma se questi giochi di immagine sono molto rischiosi allora vale la pena o no investire tanto in innovazione e tecnologia se poi magari si perde la gara e l’immagine diventa negativa?
Stefano Guerra per Marketing Arena