Dopo 12 mesi di minacce arriva l’obbligo, la “morosa” (alias fidanzata) decide che se voglio continuare a giocare a calcio senza problemi devo portarla all’ikea. 🙁
Digerita la sconfitta morale mi dirigo di buona lena a Padova, dove ha sede il più vicino dei magazzini terribili, convinto almeno di assistere ad una lezione di marketing “dal vivo”. Le mie aspettative non vengono tradite quando, già in parcheggio, mi trovo di fronte a cartelloni pubblicitari e radio accesa (banali) ma soprattutto ad interessanti isole di prodotto strategicamente piazzate proprio in quegli spazi cosi poco ospitali.
Se l’entrata è una normale scena da grande magazzino, il percorso guidato e obbligato che segue è un elogio al marketing e soprattutto alla comunicazione. Anche al ristorante (dove si mangia bene) si fa uso della comunicazione personale e ikea spiega perchè è necessario sparecchiare da soli (a pro delle economie di costo che ikea promette di “girare” al prodotto) oltre a fornire sempre con le “in store promotion” numerosi consigli e idee per utilizzare i prodotti. Tutte le leve sono sfruttate al meglio: dal prodotto (effettivamente belli) alla distribuzione (si può noleggiare un furgone per portare a casa la merce), dal prezzo (ne parlo tra un attimo) alla comunicazione (come detto, massimizzata anche all’interno del magazzino).
Il prezzo è di certo la leva che guida ikea, ho speso 75 euro di cianfrusaglie, in preda ad un meccanismo compulsivo che mi faceva pensare “non puoi lasciare qui questa bellissima lampada, e questa borsa da pc molto design victim??”. L’utilizzo di prezzi “civetta” tutti .99 e la grande quantità di oggetti a basso costo mi fa pensare che ikea guadagni vendendo molti colli a poco prezzo piuttosto che pochi mobili di costo elevato, insomma il margine potrebbe essere sul contesto. Anche il fatto di disporre lo store nell’ordine SHOW ROOM –> RISTORANTE –> MAGAZZINO E CASSE implica una semplificazione del processo d’acquisto anche in termini di esperienza nel senso GUARDA E PENSACI –> RIPOSATI –> COMPRA. Immagino che tutto questo non sia del tutto non voluto..
A conti fatti.. ikea è un’esperienza da fare.. ma più di una volta l’anno rischia di essere deleteria.. in termini di marketing mi chiedo quanto sia rimasto del “negozio di mobili” e quanto invece contino oggi le dimensioni del “parco divertimenti” e luogo esperienziale