Farsi dominare dall’ambiente o gestirlo. In qualsiasi situazione in cui ci viene richiesto di fornire risposte, adempiere ad un compito, elaborare soluzioni, abbiamo la possibilità di scegliere: seguire procedure preconfezionate o sperimentare nuove possibilità.
La tradizione, l’abitudine a fare le cose come si sono sempre fatte, sono pratiche spontanee che adottiamo nell’affrontare un problema. Chi ha più esperienza di noi ci ha insegnato come procedere, questo legittima la resistenza al cambiamento: il nostro know how è frutto di un apprendimento che ci riesce difficile mettere in discussione. Questo modus operandi, cui siamo stati abituati a partire dalla formazione scolastica, ha interiorizzato in noi l’idea che le risposte provengano dall’esterno. Inoltre proporre, sperimentare, inventare comporta un rischio, notoriamente difficile da assumere.
Contestualmente all’attuale congiuntura economica, è quanto mai indispensabile abbandonare ogni ostacolo al pensiero creativo. Perché dalla creatività nasce l’Innovazione, ancora di salvataggio per sopravvivere alla crisi. E i momenti di difficoltà possono essere colti come opportunità di cambiamento.
Diventiamo noi gli agenti di questo cambiamento, cominciando dalle piccole rivoluzioni quotidiane: il parere di un esperto può essere un buon punto di riferimento per indirizzare le nostre scelte professionali. Ma non è scontato che sia la verità assoluta; partiamo dal presupposto che la creatività è insita in noi, ascoltiamo quella voce che ci suggerisce nuove strade, nuove possibilità, abbandonando ogni schiavitù psicologica.
Il ricorso al “pensiero laterale” teorizzato dallo studioso Edward De Bono è una buona attitudine mentale, per favorire lo sviluppo di nuove idee. Significa superare i limiti del pensiero logico, scardinare preconcetti e clichè alla ricerca di nuovi modi di organizzare mentalmente i concetti. Si tratta di stimolare un nuovo punto di vista sulle cose, probabilistico, senza appellarsi a definizioni e classificazioni. Una delle note tecniche proposte da De Bono è l’associazione mentale: la soluzione innovativa emerge accostando variabili apparentemente divergenti, lontane fra loro.
Ѐ da queste teorie che trae ispirazione il marketing laterale, un approccio utile per sviluppare nuovi prodotti/servizi, che rompono le logiche tradizionali (in termini di posizionamento, target, comunicazione, ecc.) o per ripensare i vecchi, in modo tale da soddisfare bisogni non considerati in precedenza.
A pochi giorni dalla scomparsa di Steve Jobs, non posso che portare il suo esempio, come emblema di pensiero innovativo: parliamo di un uomo che non si lasciava condizionare da principi precostituiti o dalla paura di sbagliare. Un agente del cambiamento, uno sperimentatore, un leader che ha cambiato il mondo con le sue idee. Leggendo la sua biografia mi è rimasto impresso questo aneddoto, che ci aiuta a comprendere l’importanza dell’associazione mentale: all’università Jobs frequenta un corso di calligrafia e rimane particolarmente affascinato dal valore artistico di questa disciplina, che non aveva alcuna speranza di trovare applicazione pratica nella sua vita. Molti anni dopo le competenze apprese si rivelano invece lo spunto per ideare le celebri caratteristiche grafiche del Mac.
“Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire la nostra intuizione.” Steve Jobs