Leggo su advertiser.it un interessante articolo sul marketing invasivo che allibisce parecchio, in particolare questo passaggio:
È quasi inutile spiegare i vantaggi di questa forma di comunicazione: altamente intrusiva, è difficile da mancare o evitare. Inaspettata e guerrigliera, sfrutta il vantaggio della sorpresa per spiazzare il teleutente che – stordito e confuso – non riuscirà ad impugnare il telecomando e cambiare canale. È quindi anche una forma che tende a ristabilire l’etica del libero mercato televisivo, in cui in cambio di programmazioni e contenuti, l’utente dovrebbe impegnarsi a godersi tutta la pubblicità che paga per quei programmi – anzi, dovrebbe pure impegnarsi ad acquistare i prodotti pubblicizzati per garantire il perpetuarsi di questo modello di business. Mutuando quindi tecniche collaudate nell’advertising online (basti pensare ai popup e simili meraviglie dell’interruption marketing), la rete televisiva apre un cammino per nuove e più efficaci forme di comunicazione.
Da utente ricordo solo che i contenuti interessanti sono sempre più a pagamento (non ultima la notizia delle olimpiadi a sky), ed il modello pay-per-view non risparmia la pubblicità, la chiave a mio avviso non sta nell’armarsi di più nella guerra con il consumatore / utente (palesemente persa in partenza) ma nel trovare modelli interessanti e sostenibili. Il marketing invasivo, almeno a casa mia, ha ben poco futuro.