Che i blog abbiano contribuito ad una informazione più libera si sapeva, che avessero aiutato a democratizzare i processi di comunicazione anche (vedi post precedenti) ma che si potessero spingere a destrutturare dall’interno le gerarchie delle istituzioni è cosa degna di nota.
Già credendo fermamente nelle potenzialità del web 2.0, sono rimasta piacevolmente sorpresa imbattendomi nel blog Uguale per tutti e ho cercato di capirci qualcosa in più.
E’ successo che un gruppo di magistrati “controcorrente” ha deciso di aprire un blog per condividere coi cittadini i problemi della giustizia, accettando anche l’ipotesi di farsi mandare a quel paese. Lodevole. Lodevole anche il fatto che il blog non abbia paura di essere in polemica con l’Associazione Nazionale Magistrati e le sue correnti, nello specifico Magistratura democratica, Movimenti riuniti (di sinistra a quanto pare), Unicost e Magistratura indipendente (più moderate).
I risultati del blog sono buoni: un minimo di 500 contatti al giorno che esplodono in occasione della pubblicazione di testi riguardo vicende scottanti come quando il pm Del Gaudio paragonò Dell’Utri, al “padre del camorrista Sandokan”.
Gli autori: sono una decina sparsi per l’Italia, come Bruno tinti, procuratore aggiunto di Torino, Stefano Racheli, sostituto procuratore generale di Roma, Felice Lima del Tribunale di Catania (webmaster del sito) e Stefania Barbagallo, pm del Tribunale per i minorenni di Catania, quella che è a capo delle indagini sulla 14enne siciliana violentata e uccisa da suoi coetanei.
Al Corriere della Sera, Bruno Tinti afferma che “il blog serve a spingere i magistrati ad uscire dalla torre d’avorio” sia nel linguaggio, rendendosi più comprensibili a chi non conosce la terminologia specifica della legge e sia nei comportamenti: far accettare alla magistratura la possibilità di essere criticata o messa sotto osservazione. Obiettivo tosto visto che le correnti ufficiali hanno praticamente dichiarato di non essere interessati ad un dialogo con queste frange di magistrati “dissidenti”.
Il web comunque si è scatenato nelle discussioni riguardo i casi De Magistris e Forleo, cronaca pura, che il blog in linea di massima appoggia; ovviamente molto sentito anche il tema dell’emergenza rifiuti in Campania che per gli autori del blog dimostra il collasso complessivo del sistema visto che la magistratura pare non ne sapesse nulla.
Temi caldi insomma (consiglio i dossier), spiegati e discussi con la volontà di intavolare un dialogo con i cittadini che mai come in questo momento sono sfiduciati verso le istituzioni che li dovrebbero proteggere.
Lo ritengo un ottimo esempio di come uno strumento (il web) possa fare molto per la società in generale, contribuendo ad abbattere le remore di chi crede nel proprio lavoro e ha piacere di farsi sentire anche se la sua voce è fuori dal coro, proprio come avevano fatto gli intellettuali europei settecenteschi con i pamphlet.
Interessante notare come esperienze di questo genere non siano portati avanti da giovani, abituati – si dice- all’uso del web, ma da quaranta – cinquantenni che hanno fatto uno sforzo di autoriflessione sincera e orientata alle soluzioni applicandosi all’utilizzo di un mezzo nuovo.
Non ci resta che aspettare blog simili per la politica, la sanità, le opere pubbliche…e speriamo che qualcosa di buono succeda!
Fonte:
– Corriere Magazine
– Uguale per tutti