Volevo condividere con voi una riflessione che faccio fin dai tempi del mio percorso universitario, sperando che questa possa risultare utile in primo luogo a chi si sta confrontando con le stesse perplessità che nutrivo io.
Per un laureato in Scienze della Comunicazione (ma non solo), meglio una carriera all’interno di un’Agenzia o un percorso in un’Azienda?
“Meglio una carriera in generale”, risponderete, soprattutto in questi anni. Vero, dico io. Ma ammesso (e concesso solo a qualcuno) che la carriera ci sia, andiamo oltre.
Dipende. Dipende dal punto di vista che si ha, dipende dal carattere di una persona, dipende dalle passioni, dipende dagli obiettivi professionali che uno si pone. Insomma, dipende da molte cose, forse troppe per rispondere in modo univoco.
Provo a buttar giù pro e contro. Integrate pure con i vostri pareri!
In Agenzia…
Che si tratti della classica Agenzia Pubblicitaria o di una Web Agency (o una delle mille declinazioni), l’Agenzia è quanto di più dinamico esista. E non credo sia questione dimensioni o tipologia.
In un’Agenzia salti da settore a settore, da cliente a cliente, da mercato a mercato. Ti muovi orizzontalmente in modo agile, tenendo come unico punto fermo la tua competenza e la tua specifica formazione. Cali quello che sei all’interno di un progetto e offri la tua professionalità e competenza al servizio di un gruppo di lavoro, per costruire assieme qualcosa di vincente per una terza entità, il Brand che vuole i servizi dell’Agenzia per cui lavori.
Affiatamento e lavoro di squadra, aggiornamento continuo. In Agenzia non ci si ferma mai e un traguardo è solo il punto di partenza per una nuova sfida. Se sei pronto ad apprendere, l’Agenzia è il laboratorio perfetto. In Agenzia sei “in guerra” e sono certo che gli anni in Agenzia formino molto più velocemente che gli anni in Azienda.
Detto ciò, quello che forse manca è la visione più ampia su un progetto. Spesso si lavora a incarichi a medio/breve termine e l’Agenzia resta sempre e comunque parzialmente estranea alle dinamiche dell’Azienda.
Il rischio? Ci si innamora di un progetto/prodotto che poi per mille fattori va abbandonato.
Il limite? Spesso i brief non sono completi (un po’ per errore e un po’ per scelta) e all’Agenzia manca sempre quel qualcosa (in termini di vision sull’Azienda).
In sostanza? In Agenzia si fa tanta tattica e meno strategia. Si fa comunicazione, ma raramente marketing.
In Azienda…
Qui invece le dimensioni contano. Eccome.
Diciamo che questo mio ragionamento è destinato ai casi più comuni: le PMI. Reparti Marketing e Comunicazione non separati e popolati dalle 1 alle 5 persone, per capirsi.
In Azienda diventi parte di un qualcosa, il brand, che diventa un tuo vestito, la tua vita.
Conosci pro e contro, vizi e virtù, pregi e difetti della tua creatura, che vedi trasformarsi negli anni e che custodisci con premura. Ma non solo. Col tempo padroneggi un settore. Che sia il metalmeccanico o che sia l’arredo, il design o il fashion, pian piano arrivi a conoscere tutto del mondo in cui si muove il tuo brand.
Del progetto-azienda vedi con chiarezza non solo l’oggi, ma anche lo ieri e il domani. E questo ti permette di fare strategia e tattica e con la medesima padronanza, senza mai uscire dai binari.
Ma dietro a ciò si nasconde forse il pericolo maggiore: la mancanza di spunti, di confronto, di elasticità. Un modo unico di fare e vedere le cose. Perché è sempre stato fatto così ed è così che si fa.
In più, in un’Azienda sei portato a confrontarti con tante problematiche diverse di un problema comune, a differenza dell’Agenzia dove ti confronti con problemi nuovi ogni giorno.
In sostanza. Per quello che vale (cioè meno di nulla) il mio consiglio è questo: fate qualche anno in Agenzia. Fatevi le ossa. Formatevi e crescete velocemente. Stare in Agenzia significa essere sul punto più alto di una montagna: siete la vedetta sul mondo della comunicazione. L’avanguardia. E solo dopo un po’ di anni valutate il bivio: restare in questo mondo dinamico e compulsivo (anche da freelance con Partita IVA), oppure andare in Azienda.
Siete d’accordo? Qualcuno ha esperienze diverse da raccontare? Un confronto su questo tema potrebbe diventare molto interessante!