“La differenza tra un sogno e un obiettivo è semplicemente una data”.
Così rimproverava Walt Disney. E questo lo rimprovero tutti i giorni a me stesso, ai miei coetanei, colleghi ed amici.
Lo rimprovero a tutte quelle persone che spesso pensano davvero che un sogno sia da chiudere nel cassetto. Magari anche chiuso bene, a chiave.
Sembra quasi che ci faccia star bene avere sogni nel cassetto. Come fare bilanci personali a fine anno, immaginarsi di iniziare la dieta dopo le feste, immaginarsi di essere delle persone migliori (senza però impegnarsi per fare tutto ciò).
Ci fa star bene. Dover immaginare tutto questo. Quasi ci vergognamo di lavorare per sogni lontani, apparentemente impossibili. Walt Disney invece vi avrebbe invitato a fare l’impossibile, perché è divertente.
Penso che sia così. Lo penso perché in fondo sono un eterno sognatore, sono un romantico e questo leitmotiv mi piace. Lo condivido anche perché deve necessariamente essere così.
Altrimenti vivremmo una vita alienante, soffocata da condizioni esterne complesse e pericolose, da una pseudo-crisi (magari è un cambiamento?), da un iPhone che ti casca nel cesso, al cliente storico che ti lascia a piedi, all’amico che ti delude.
I sogni sono startup. E, come le startup, dopo 3 anni il 90% fallisce. Accadrà anche con i vostri sogni. Siatene consapevoli.
Ci sarà una scrematura nel realizzarli. In parte dovuta alla nostra incapacità di trasformarli in obiettivi, programmi e step. Parte dei vostri sogni non riuscirete a realizzarli neanche se vi danno 50 mila euro. Come per le startup la riuscita non è ”solo ” una questione di soldi.
Una parte di essi, una volta realizzati, saranno una delusione per voi. Come quel 90% delle startup che una volta avviate saranno una delusione per il mercato, per gli investitori e per il team.
Comunque (e qui parlo per esperienza personale), nel dubbio di riuscire a realizzare i propri sogni, le nostre startup, i nostri progetti, io ci proverei. Proverei a fare l’impossibile. Perché si, come diceva Walt Disney, è divertente. Sorprendentemente divertente. Farei, fallirei, ri-proverei, fallirei nuovamente. Però farei.
Tutto questo dà un piccolo senso alla nostra vita. Parlo di un senso reale. Noi non siamo filosofi, monaci o eremiti.
Noi siamo persone con degli ideali. Siamo persone che non si pensano “bravi”, ma devono mettere in moto e fare cose per potersi sentirsi bravi. Gli atti parlano. Il pensare è la premessa del fare. Siamo bravi se ci comportiamo come tali. Siamo vegani se ci comportiamo come tali. Siamo credenti se ci comportiamo come tali. Siamo contro l’omofobia se ci comportiamo come tali. Punto. Il resto sono chiacchiere (e sogni nel cassetto).
Quindi se avete tanti sogni nel cassetto, nell’armadio e sotto il letto, se li avete chiusi a chiave anche solo per la paura che potrebbero sorprendervi una volta realizzati, datemi retta. Prendete una mazza, non una chiave, una mazza. Spaccate l’armadio, il comodino ed i cassetti.
Ed ora si, prendeteli in mano uno ad uno, metteteli in fila una santa volta, dateli delle priorità, aprite la finestra affacciatevi e guardate quanta vita c’è là fuori. Quanti sogni sono stati realizzati da altre persone. Persone normali, con sogni sorprendentemente normali.
Uscite di casa, prendete in mano la vostra vita e fatene l’ennesimo capolavoro. Magari vi piace. Magari funziona.
(Photocredits thewaltdisneycompany.com)