HomeBlogMarketing e ComunicazioneKuhn, la natività e la rivoluzione

Kuhn, la natività e la rivoluzione

Ultimo post prima di Natale per il sottoscritto e allora lo inizio in modo banale ma sentito: tanti auguri di buone feste ai lettori di Marketing Arena.
Il video sopra risale oramai a qualche annetto fa. L’ho inserito nell’articolo per rendere più simpatico il mio augurio, ma in realtà mi serve anche come spunto per una riflessione, che poi, se vogliamo, è anche da leggere come un auspicio per il 2013.

Qualche anno fa questo viral video spopolava in rete: un modo divertente per augurare buon Natale, provando a reinterpretare la Natività in chiave 2.0. L’ho ritrovato per caso, devo esser sincero mi ero anche scordato della sua esistenza, ma mi è balzato subito all’occhio come se avessi dovuto far io adesso un video di auguri per queste feste avrei più o meno ricostruito le stesse scene, introducendo in modo blasfemicamente ironico gli stessi social.

Avrei fatto scrive a Giuseppe con Gmail, avrei fatto utilizzare ai Re Magi Foursquare, avrei usato Youtube per caricare il video della natività e così via. L’unica eccezione forse sarebbe stata una foto del bambin Gesù scattata con Instagram, filtrata e postata con un hashtag. E forse avrei anche fatto scrivere un piccolo post a tema da Maria su Tumblr, Blogger o WordPress. E avrei potuto creare una board condivisa su Pinterest con le immagini dei doni, magari con lo scopo poi di rivenderli. Nulla più.

Ed ecco allora che ritornano in mente gli studi filosofici liceali e mi viene subito da pensare all’epistemologo statunitense Thomas Kuhn.
In breve egli sosteneva che nella ricerca scientifica esistono due momenti fondamentali:

  • la scienza normale, il periodo nel quale la ricerca va avanti senza mettere in discussione i principi basici del paradigma di riferimento,
  • la scienza rivoluzionaria, nella quale si assiste a una rottura del paradigma dominante con un conseguente riorientamento gestaltico e un ripensamento dei fatti, delle cose, degli strumenti, che divengono nuovi e innovativi proprio perchè letti alla luce delle nuove teorie; il nuovo paradigma di riferimento viene scelto sulla base di criteri politici, etici, religiosi, metafisici.

Conclusa questa (noiosa) parentesi filosofica, quello che rimane è che a me par proprio di vivere in un contesto interpretabile con questa visione del mondo: dal video Nativity 2.0 ad oggi è cambiato veramente poco.

Il progresso dei social, che hanno condizionato la nostra vita fin dal loro avvento (per rimanere nel lessico religioso :D) sembra essersi fermato e siamo andati via via sfruttando le possibilità innovative che offrivano, saturandone i mercati e cogliendo/colmando tutte le opportunità che si presentavano.

Mi pare che siamo giunti ad un punto di non ritorno di un mercato globale che ha finito di generare possibilità di business a buon mercato, facili e lapalissiane. Tutto diventa più confuso e se prima era la sola presenza nella comunità che generava vantaggi competitivi oggi è dimostrato come molti degli sforzi fatti per generare ROI sono vanificati dall’ipercompetitività che blocca l’emergere di molti. E’ la scienza normale che lancia il suo grido. Siamo già pronti per quella rivoluzionaria? E’ quello che dovremmo capire nel 2013, cercando di coniugare magari il progresso tecnologico (AR, mobile, Rfid e così via) per generare nuovi mercati e nuove possibilità di business.

Crisi, maya, volontà permettendo. E’ giunto il momento di essere rivoluzionari in senso Kuhnniano: chi capirà questo sfrutterà tutti i benefici conseguenti del novo paradigma che si costituirà, chi invece non lo farà entrerà poi in un altro paradigma consolidato e troverà le stesse difficoltà che molti stanno testando sulla propria pelle in questo momento. E allora vedo questo post come un campanello spia, che segnala che il momento è caldo. Be smart, be creative, be revolutionary.

Buon Natale!

 
 
AUTORE

Marco Vangelisti

Marco Vangelisti, classe 1987, toscano DOC, appassionato-curioso-esperto di comunicazione, marketing e social media, tanto da trasformare questi in un lavoro. Mi piace avere la vita piena e vivere sotto stress, per poi scaricarlo con lo sport e la musica. Vedo il bicchiere mezzo pieno e rido di gusto.
 
 

Vuoi scrivere per noi?

Contattaci per proporre un articolo o segnalarci un contenuto interessante.