Con questo articolo diamo il benvenuto a Ilaria Guarnieri, una nuova editor che periodicamente ci parlerà di marketing e web marketing, in bocca al lupo Ila!
Quando si parla di solidarietà viene spontaneo pensare a donazioni di cibo, beni di prima necessità o denaro ai paesi del cosiddetto “terzo mondo”, un gesto sicuramente nobile ma spesso inutile a chi ne ha veramente bisogno.
In questo modo infatti si risolve solo temporaneamente il problema, che si ripresenterà uguale in un secondo momento.
Confucio saggiamente diceva che “piuttosto che regalare un pesce a chi ne ha veramente bisogno per sopravvivere è meglio insegnargli a pescare”, infatti solo attraverso la solidarietà attiva, ovvero il fornire istruzione e potenzialità di sviluppo si può sperare che la situazione si risolva.
Proprio di questo si occupa Kiva, un network globale che fa conoscere desideri e progetti di piccoli imprenditori del terzo mondo, di modo che possano essere sovvenzionati da finanziatori individuali attraverso il microcredito.
Il microcredito è un’idea innovativa che è valso a Muhammad Yunus il premio Nobel per la pace nel 1996, si tratta di micro finanziamenti emessi non da banche ma da singoli investitori (Marketingarena ne aveva già accennato il funzionamento a proposito della comunità Zopa), in questo modo gli imprenditori sono in grado ottenere il denaro necessario a finanziare i propri progetti, cosa non facile invece se dovessero chiedere alle banche, visto che non potrebbero lasciare garanzie.
Gli imprenditori segnalati nel sito sono scelti dai Field Partners di Kiva ovvero istituti di microcredito operanti su tutto il mondo, questi approvano il progetto, decidono l’entità del prestito e pubblicano nel sito www.kiva.org la storia del prescelto.
A questo punto chiunque può andare nel sito e decidere di finanziare qualsiasi imprenditore con una cifra a partire da 25$, una volta raccolta la somma necessaria, frutto di più donazioni, parte l’emissione del prestito.
Trattandosi di cifre irrisorie, non risulta oneroso per il finanziato restituirle, a garanzia dell’investitore comunque il Field Partner locale di Kiva raccoglie non solo i rimborsi del finanziamento, ma anche tutte le notizie sullo stato di avanzamento del progetto e ne mette al corrente il finanziatore.
Il sistema risulta così molto sicuro, nel 98% dei casi il denaro viene restituito entro 12-18 mesi, a questo punto si può decidere se recuperare il denaro o reinvestirlo in altri progetti.
In questo modo, non solo si recuperano i soldi investiti per una buona azione, ma si tutela anche la dignità dell’individuo.
Per una persona povera, che non ha i mezzi per aprire una propria attività, risulta molto più decoroso ottenere un prestito piuttosto che una donazione, sarà motivato a restituire fiducia a chi ne ha data a lui, impegnandosi al massimo per la buona riuscita della sua attività per rendere al più presto i soldi del finanziamento.
Attivando una serie di progetti inoltre, si influisce positivamente sull’economia locale, dando la possibilità ad un’intera zona di risollevarsi.