Quando si pensa agli yacht si pensa immediatamente al “lusso”, ma vi sono anche forti componenti tecnologiche e anche, udite udite, ecologiche. Ecco qualche esempio, che senz’altro vi stupirà…
ECOLOGIA: Progettazione e costruzione ad impatto zero; motori a bassissimo consumo (ex: il “Wally Island”, un 99 metri che può navigare per 5 anni a velocità di crociera con un solo pieno, in linea teorica); silenziatori e chiglie sagomate per il minimo disagio a flora e fauna.
TECNOLOGIA: si superano senza problemi i 25 nodi di velocità; si installano motori diesel elettrici (più piccoli, più potenti, meno inquinanti); si usa il “posizionamento dinamico” al posto dell’obsoleta ancora (consiste in un sistema di getti d’acqua che permettono di ancorare la nave senza calare l’ancora); ritiro automatico sotto la plancia degli strumenti non in uso.
LUSSO: e qui siamo arrivati al capitolo più gustoso. Pavimenti in marmo con riscaldamento incorporato; spiagge private a bordo della nave; eliporti (più d’uno ovviamente!); piccoli sommergibili; biblioteche; cinema; spa; jet sky; suv; motobarche (ben 2 da 13 metri a bordo del già citato Wally Island); piscine; campi da tennis; vasche Jacuzzi, cantine, pianoforti a coda; il tutto condito da arredamenti costosissimi e da materiali ricercati.
Il fatto rilevante per nostro punto di vista è che l’industria del settore ha fatto un grosso sforzo per promuovere questi costosi beni, incrementando notevolmente anche gli eventi organizzati annualmente per gli amatori, possessori di grandi barche da diporto. Cresce il numero di coloro che possono permettersi tali perle dei mari e che vengono presi dalla febbre del mega yacht, fortissimo status symbol. I nuovi clienti provengono tutti da ex Repubbliche sovietiche, paesi asiatici emergenti, paesi del Golfo.
Guardiamo in casa nostra. In questo campo la produzione italiana non teme confronti né concorrenti da oltre 20 anni. Su 650 mega yacht prodotti all’anno in tutto il mondo, 250 sono italiani. E se si pensa che il costo minimo è di mezzo milione di euro al metro quadrato e che le banche di tutto il mondo incamerano circa 250 mila dollari di interesse mensile su un prestito medio per una barca da 30 metri, beh, si può capire l’importanza di questa produzione. I produttori hanno addirittura più ordini di quanti ne riescano a soddisfare.
I cantieri italiani poi impongono in tutto il mondo uno stile superiore in termini di design e, una volta tanto, anche in termini tecnologici: si pensi ad esempio all’innovazione dei cantieri Perini (Toscana), che rende possibile a un solo uomo di manovrare tutta la velatura su una nave da 80 metri, con un solo telecomando, grazie a sistemi di servo motori e vele autopieganti.
In questi giorni, inoltre, a La Spezia si lavora per la creazione di un mega yacht da 130 metri: 7 ponti, 2700 metri quadrati di interni, un hangar, due eliporti, una baia per un mini sommergibili da 8 posti che può scendere fino a 300 metri…Sarà pronto per il 2010.