Qualsiasi tipo di ossessionato digitale e non, ha sentito, visto e condiviso il fenomeno virale che sta coinvolgendo chiunque in ogni parte del pianeta: l’Ice Bucket Challenge, promosso dalla ALS Association, l’associazione Usa che si occupa di Sla.
Lungi da me innescare una polemica sulla moralità o volgarità del fenomeno, racconteremo in questo post il motivo per il quale funziona.
La mia personale opinione è la seguente: l’universo 2.0, oltre ad aver profondamente modificato la linea di confine tra vita online e offline, ha cambiato radicalmente il nostro modo di comunicare in termini di contenuti e velocità, si sa.
La doccia fredda quindi altro non è che un fenomeno che dimostra affinità con il tale nuovo modo di comunicare, che vive ed è catalizzato dai social media.
Tecnicamente sappiamo tutti cos’è l’Ice Bucket Challenge: il protagonista del video si versa una secchiata di acqua gelata, che per un nanosecondo dovrebbe togliere la sensibilità agli arti, riproducendo più o meno la stessa sensazione provata da chi è affetto da questa infima malattia poi, fa la nomination, invitando gli amici a: ripetere il gesto, fare una donazione, fare entrambe le cose.
Diverse sono le notizie relative alle origini dell’iniziativa, ciò che è certo è che ha raggiunto l’obiettivo, quello più nobile: in termini di donazioni la ALS Association ha raccolto 79,7 milioni di dollari dal 29 luglio. Dati strabilianti se si confrontano le donazioni effettuate, nello stesso periodo, l’anno precedente.
Per non parlare poi dell’enorme attenzione (momentanea o meno poco importa), rivolta alla SLA.
Ma la campagna di beneficenza virale ha raggiunto anche altri risultati:
• Più di 118.000 tweet con l’hashtag#icebucketchallenge da metà giugno.
• 28 milioni di persone coinvolte su Facebook, che commentano e postando il fenomeno, oltre ai 2,4 milioni di utenti che hanno condiviso
Un fenomeno che ha attirato l’attenzione di media, istituzioni e perfino del clero, districandosi tra polemiche e approvazioni.
Ma perché funziona?
La doccia ghiacciata ha sostanzialmente i seguenti punti di forza:
• si serve della catarsi, un meccanismo tipico della tragedia greca che porta alla presa di coscienza attraverso la doccia gelata
• genera emozioni, forti, legate al dolore arrecato dalla SLA
• coinvolge, e identifica una paura sulla quale fare leva generando consapevolezza
• è replicabile
Se poi aggiungiamo quel pizzico di narcisismo connaturato all’essere umano, che oltretutto dopo aver contribuito alla nobile causa si sente e mostra a tutti che è una persona migliore, la ricetta del successo è assicurata, e straordinariamente supportata dai social media.
Un fenomeno dunque che ben si presta ai meccanismi della comunicazione online: la nomination evoca infatti la condivisione, mentre la potenza delle immagini la dice lunga sulla capacità di sintesi e l’emotività trasmesse rispetto alla comunicazione testuale.
Ancora una volta si manifestano la dirompente potenza di internet e dei propri canali di comunicazione, dei quali emerge, volontariamente o meno, il volto migliore.
Oltre alla parte buona del marketing, che si mette al servizio di un nobile scopo.
(Comunque se volete cavalcare la tendenza ma non sopportate il freddo basta andare sul sito dell’Aisla per donare )
Fonte immagine: www.femaleworld.it