Nella mia tesi di laurea, che ho chiamato “dal search engine marketing all’economia della ricerca” ho individuato ed elencato alcune delle problematiche che più spesso coinvolgono i motori di ricerca. Tra queste, una delle più frequenti e discusse è legata all’acquisto di parole chiave che coinvolgono business della concorrenza. Ho deciso di scriverne perché mi è accaduto, alla ricerca di una vacanza, di scrivere su google il nome di un noto operatore turistico on line di cui però non ricordavo l’esatto indirizzo, si tratta di “todomondo”. La ricerca restitiuisce tra i risultati sponsorizzati anche:
– lastminute.com
– lastminute.popvision.com
– volagratis.com
Questo ci fa capire che per google è lecito l’acquisto di chiavi legate alla concorrenza mi chiedo però cosa succederebbe se aprendo l’elenco telefonico e cercando “ottica x” si trovasse l’indirizzo dell’ottica y. Questo ragionamento presuppone che il navigatore conosca le regole di internet e di google e sia conscio della possibilità che cercando una strada potrebbe trovarsi su un’altra. Paradossalmente però tale uso, che potrebbe apparire sconcertante, suscita più indifferenza che rumore. Nuovo modo di intendere la competizione o pura aspirazione al profitto di breve termine da parte del sempre più potente motore di mountain View?