HomeBlogMarketing e ComunicazioneFloome: una startup a cavallo tra l’Italia e la Silicon Valley

Floome: una startup a cavallo tra l’Italia e la Silicon Valley

Ogni tanto la fortuna ci assiste, e ci offre delle opportunità incredibili. Tipo quella che mi è capitata pochi giorni fa a pranzo. Ho conosciuto Fabio, giovane ingegnere di Caorle, co-fondatore di 2045tech. E del progetto Floome.

Cos’è Floome?

E’ un nuovo etilometro portatile per smartphone. Il dispositivo è dotato di una nuova tecnologia attraverso la quale in pochi istanti è possibile visualizzare il livello di alcool presente nel proprio corpo direttamente da smartphone e tablet. L’etilometro, infatti, si collega a qualsiasi dispositivo portatile attraverso il jack da 3.5 mm dedicato agli auricolari. A rendere unico Floome nel suo genere è l’app dedicata che, in base alle informazioni relative alla persona che effettua il test (come sesso, peso, altezza, ecc.) e grazie alle precise misurazioni del sensore (lo stesso degli etilometri delle forze dell’ordine quando fermano per i controlli…) calcola il tempo necessario prima di potersi rimettere alla guida della propria vettura. Inoltre, sempre attraverso l’app, è possibile ottenere un grafico con i dati relativi ai precedenti test effettuati con il Floome e telefonare al taxi più vicino.

Com’è nata l’avventura?

Padova, Maggio afoso, ora di pranzo. Marco ed io discutevamo di tecnologia utile, di esami e di quanto sia difficile oggi bere una birra con gli amici e rimettersi serenamente alla guida. Un fulmine a ciel sereno: dovevamo fare un etilometro preciso per smartphone. Marco ne aveva realizzato uno nel tempo libero, ma aveva accantonato il progetto perchè scoraggiato dall’imprecisione della tecnologia che utilizzava il prototipo. Abbiamo ripreso in mano il prototipo, studiato e capito come doveva essere realizzato un etilometro per smartphone preciso e innovativo: il progetto Floome è partito così.
Molto spesso le idee vengono dalla necessità di eliminare un problema, e questo è anche il caso di Floome. La gran parte delle persone ama bere ma non può farlo con tranquillità per paura delle multe. Ci piace pensare che Floome sia un dispositivo preciso e soprattutto non salva-vita, come dicono i produttori di etilometri, ma salva-stress.

A quando i primi pezzi sul mercato?

Floome potrà essere messo sotto gli alberi di natale. Stiamo ultimando le ultime migliorie prima di entrare in produzione. Stiamo ragionando sui prezzi, lavoriamo per lanciarlo al pubblico intorno ai 50€ (meno di un terzo degli etilometri professionali…)

Quanti siete nel team e lavorate tutti a tempo pieno sul progetto?

2045Tech è composta da 7 persone sparse in ben 3 continenti. Il team Italiano è composto da me (CEO e co-fondatore), Marco Barbetta (CTO e co-fondatore) e Andrea Mocchiutti (Marketing director). Luca Escoffier, esperto di proprietà intellettuale, ha lavorato svariati anni negli US ed ora vive a Tokio. Kris Lee ci da supporto legale e vive a Seattle, Efrat Kasznik è la nostra advisor, vive e lavora nella silicon valley. Siamo assolutamente tutti a tempo pieno sul progetto (ad esclusione della nostra advisor che compensa il suo impegno part-time con la qualità dei consigli). E’ stupendo lavorare con persone di età, esperienza e cultura diverse.

Cosa ti ha stupito dell’approccio americano alle start up?

Mi stupisce tuttora la loro semplicità e schiettezza. Hanno un approccio molto pratico, e quindi riescono velocemente a risolvere i problemi. Negli States è tutto più grande: le aziende, gli investimenti, le exit. Ma per me l’Europa ha un fascino irresistibile, sia nella gestione dei rapporti umani sia nell’approccio più riflessivo. Gli americani sono tendenzialmente empirici, gli europei più metodologici. Un esempio lampante che dimostra quanto scritto sono i numeri degli investimenti e la mole di questi dei VC US-based e di quelli europei.

qualche differenze con i tuoi interlocutori italiani?

Le differenze ci sono e sono parecchie. La mia piccola esperienza mi ha portato a concludere che di ogni cultura ci sono pro e contro. L’abilità dell’imprenditore sta nello scegliere e fare proprie alcune attitudini rispetto ad altre. La storia ci insegna che l’Italia è un paese vario per cultura e tradizioni. Da dopo l’impero romano è sempre stata una regione scissa (non solo geograficamente) e sempre stata conquistata da altre potenze. Oggi è uno stato unito che a me piace, e che ha un potenziale pazzesco, proprio per le diversità tra le genti. E’ responsabilità di chi ci governa trovare il modo per sfruttare questo potenziale…
Queste considerazione, secondo me, giustificano il fatto che gli italiani sono timorosi e magari più lenti e riflessivi dei nostri amici americani. Non sempre questo è uno svantaggio. Ho avuto la fortuna di conoscere dei professionisti in Italia (come ad esempio lo studio brevettualista che ci segue nella tutela della nostra IP) che sono stati per me un grande esempio ed uno stimolo per continuare la mia avventura e a credere nel mio paese.

Una cosa che pensi di aver imparato e pensi possa essere utile a chi pensa di avere un’idea vincente

Prima di affrontare il mondo è necessario conoscere a fondo se stessi. Limiti e pregi, debolezze e virtù. Questa è una condizione necessaria ma non sufficiente. Serve umiltà, astuzia e una buona dose di sangue freddo per affrontare l’inevitabile caos che si crea in alcuni momenti. Serve fortuna, ma credo anche che la fortuna sia una conseguenza del forte impegno e della dedizione.

 
 
AUTORE

Giovanni Miante

Laureato in Economia Aziendale, appassionato di lunga data di tematiche sales & marketing, in tutte le loro declinazioni. Si diletta tra numeri e creatività, ma sempre accompagnato da un buon bicchiere di vino.
 
 

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