I 59.700.000 risultati restituiti da google a chi ricerca “new world order” danno la dimensione di un concetto che non mi ha mai affascinato troppo a causa del suo taglio troppo vicino al complotto e troppo lontano dalla realtà.
Il libro di Loretta Napoleoni, “Economia canaglia“, spiega molto bene alcune delle dinamiche che solitamente vengono sfiorate nei vari “report”, “mi manda..” etc.. ci spiega ad esempio che il 75% della pesca mondiale è illegale e che l’ascesa cinese porta nuovi consumatori e nuovi consumi che una terra in cui le risorse sono scarse fatica a soddisfare. E’ interessante scoprire che esiste una forte componente mitologica nella leadership di alcuni premier mondiali, sembra che anche il possedere squadre di calcio non sia “una mossa a caso”. Alcuni parlano di castelli in aria ma molte ipotesi sono realistiche (i paesi nordici attendono con ansia il disgelo per aprire nuove rotte commerciali ed avere nuove terre da sfruttare) ed altre sono confermate (un porto comprato 10 anni fa per 7 dollari – era gelato per 10 mesi l’anno – ora ne vale milioni ed è un perno della navigazione nei mari del nord).
Economia Canaglia traccia una nuova geografia mondiale svelando retroscena preoccupanti (il punto più vulnerabile di un aeroporto non sono i passeggeri ma le possibilità che un’autobomba raggiunga gli hangar, pregni di polveri incendiarie) e immaginando un futuro in cui la vita prospererà tra i due poli modificando gli attuali equilibri di potere. Leggendo questo libro si capisce che sicuramente qualcuno “non ce la racconta giusta” e tornano attuali quei temi etici che spesso il marketing fatica a digerire (dal 1970 sono stati eliminati i grassi da molti cibi aumentando però il contenuto di carboidrati quindi l’apporto calorico non cambia, e nemmeno i danni alla salute).
Anche se spesso si tende a spettacolarizzare l’argomento, credo che l’economia canaglia sia da tenere in assoluta considerazione, almeno per avere un quadro chiaro di quanto accade e per poter giudicare (e decidere) il nostro futuro sulla base della verità e non del ruolo da figuranti che altri hanno studiato per noi.
