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Digital Detox: come disconnettersi per essere davvero “social”

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Digital Detox via Shutterstock

Quanti di noi guardano lo smartphone appena svegli o a letto prima di dormire, trascorrendo la giornata con l’impulso abitudinario di dare un’occhiata alle notifiche?

Siamo tutti ormai schiavi dei dispositivi elettronici, soprattutto chi lavora nell’ambito digital, ma la dimensione virtuale in cui ci immergiamo quotidianamente toglie spazio alla vita reale, rendendoci più distanti e mai veramente liberi.

Questa nuova forma di dipendenza non è passata inosservata agli esperti del campo comportamentale, o semplicemente a chi ha notato l’estenuante presenza degli strumenti tecnologici nella propria vita.

La moda delle detox alimentari è stata d’ispirazione per il mondo digitale, da qualche anno si è infatti sviluppata una sorta di filosofia che ha ispirato nuove ricerche e stili di vita: la digital detox.

La sindrome FOMO (Fear of Missing Out) ovvero la paura di perdere qualcosa di importante è ciò che incatena il nostro sguardo allo schermo di un device, siamo sempre troppo presi dalle comunicazioni di lavoro, dalle notifiche dei social, dai messaggi personali per goderci appieno la vita al di fuori, quella “vera”.

Sembra impossibile ricordare come facevamo prima dell’arrivo dei cellulari, ma c’è chi ha pensato di offrire questa possibilità, almeno per qualche ora, o chi offre consigli su come cambiare la propria dieta digitale.

“Prendersi delle vacanze” dai propri dispositivi ha effetti benefici sulla salute psicofisica: la concentrazione e la qualità del sonno migliorano, lo stress si riduce e aumenta la felicità.

 

Quanto utilizziamo il telefono?

Siti come itstimetologoff.com propongono consigli e luoghi di disintossicazione dove concedersi momenti fuori dal mondo virtuale, con l’evidente paradosso di dover andare online per scoprire come liberarsi dall’uso compulsivo dello smartphone.

Dai loro dati raccolti sull’uso quotidiano degli strumenti digitali emerge che:

  Quasi il 30% delle persone si sente sempre in ansia se non ha con sé lo smartphone

  • Il 60% lo usa senza motivo quando è annoiato
  • Per quasi il 50% è un mezzo di distrazione nei momenti di nervosismo
  • Il 40% si addormenta navigando su internet a letto
  • Il 60% lo utilizza in bagno

Il confronto pre e post digital detox (su una scala da 1 a 10):

Qualità del sonno:

  • Pre 4.5
  • Post 8.5

Abilità di concentrazione:

  • Pre 4.8
  • Post 8.6

Livello di felicità:

  • Pre 4.5
  • Post 8.6

Libertà dallo stress:

  • Pre 4.8
  • Post 8.8

Un’interessante iniziativa italiana è quella proposta dai ragazzi di Nudge Italia, un gruppo di giovani ricercatori di psicologia comportamentale.

Con un’ottica sperimentale, hanno cercato di convincere i clienti di due pub milanesi a posare il loro smartphone all’entrata del locale, per far godere loro il piacere dell’interazione reale.

Molti clienti hanno seguito le indicazioni e i ricercatori hanno così raccolto dei dati presentati anche a livello europeo.

 

In conclusione:

Per chi volesse tentare una strada fai da te definitiva il consiglio principale dei manager è quello di prendersi una pausa, trovare del tempo per sé stessi e la propria famiglia rinunciando alla connessione perenne.

C’è infatti un tempo e un luogo per ogni cosa, com’era prima dell’avvento di queste tecnologie. Tranne ovviamente in casi di necessità, è utile per la nostra salute consultare le comunicazioni solo quando siamo tenuti a farlo, in questo modo la conseguente migliore qualità del sonno e della concentrazione ci renderanno più produttivi sul lavoro e più socievoli in compagnia.

E allora ”giù i telefoni, su lo sguardo”!

 
 
AUTORE

Elisa Raimondi

Laureanda in web marketing, faccio la scelta giusta quando seguo ciò che mi affascina, per questo la comunicazione è stato il mio percorso di studi e spero il mio futuro lavorativo: amo il suo potere di comprendere i desideri delle persone ed entrare nella loro mente. Appassionata di astronomia, copywriting e comunicazione politica, preferisco scrivere che parlare.
 
 

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