HomeBlogMarketing e ComunicazioneCreatività e strategia al #WMF2021

Creatività e strategia al #WMF2021

L’elettricità di tornare a partecipare ad un evento in presenza e sentire le voci delle persone intorno a sé è il sentimento che ha caratterizzato la prima giornata del Web Marketing Festival 2021.

Un’aria festosa scandita sin dalle prime ore del mattino di giovedì 17 luglio dalle note del concerto di Roy Paci e degli Aretuska ha dato il via alla 9^ edizione.

Il programma vastissimo comprendeva più di 60 sale tematiche. Ci sarebbe voluta una squadra intera per riuscire a catturare ogni essenza dell’evento che approfondiva i temi più vari, dalla ripresa economica alla moda, dal gaming alla SEO, dal branding alle strategie digitali.

Proviamo a tirare le somme di una giornata trascorsa a cercare sulla mappa l’aula corretta.

La creatività e il desiderio di raccontare

Dopo un periodo così particolare, non si può certo dire che non abbiamo tutti bisogno di vivere più intensamente le emozioni e di incrociare tra uno scroll e l’altro qualcosa di davvero particolare.

Riuscire a raccontare sempre storie nuove e in modo diverso non è di certo un compito facile. A colpi di “ah questi sono dei geni!” e “che copy pazzesco” ci domandiamo come si arrivi a pensare certe cose. 

“La creatività non si accende come una lampadina, ma è un percorso (anche lungo) da intraprendere per arrivare all’idea finale”. Trovare il copy, la parola originale, anomala – non è il solo ed unico obiettivo perché il prodotto rimanga in testa alle persone. Nel comunicare non è importante quello che diciamo, ma quello che le persone capiscono. Dobbiamo imparare a farci ascoltare.

Noi umani non ricordiamo le informazioni, ricordiamo le emozioni associate alle informazioni. Ecco perché ogni storia va portata a fondo e perché bisogna far parlare le persone

Le idee sono tutte belle, le storie no. Se avete belle idee trasformatele in una storia, e capirete così se davvero funziona.

Strategie di conversione

Catturare e ammaliare l’utente mentre naviga nel mondo liquido è diventata la preoccupazione principale di tutti noi markettari, consapevoli della quantità sterminata di possibilità che si trovano online.

Da tempo ormai si discute sul funnel e sulla sua – potenziale – rigidità. Da quanto è entrato in campo Google con il suo Messy Middle abbiamo iniziato a vedere le cose in modo diverso. Non c’è linearità nel modo in cui le persone prendono decisioni, lo fanno in modo caotico e lo faranno sempre di più. L’utente principalmente esplora e valuta nel suo percorso da A a Z.

Se distruggere il funnel ci fa tremare la terra sotto i piedi, non dobbiamo però farci prendere dal panico. Nessuno può affermare con certezza che il modello su cui ci siamo basati con le diverse fasi non sia più utilizzabile.

Anzi, capiamo come sfruttare al meglio ogni singolo momento di incontro con l’utente:

  • Awareness: qui il nostro brand deve far sentire forte e chiara la propria voce al pubblico target
  • Consideration:  bisogna essere presenti nel momento in cui il potenziale cliente sta iniziando a prendere in considerazione l’acquisto
  • Conversion: che sia un download, un acquisto o un lead, dobbiamo esserci quando l’utente è pronto a convertire i nostri sforzi in acquisto
  • Retention: messaggi personali, promozioni, upselling, non si deve mollare il cliente dopo l’acquisto.

Ultima nota prima di concludere, è essenziale capire quanto sia consapevole il proprio cliente nella costruzione di qualsiasi strategia e capire a quale tipo di messaggio sarà più sensibile.

Ah, per chi non lo sapesse, Huawei ha ufficialmente lanciato la sua piattaforma di Ads. Alla faccia del pubblico a portata di dito!

Il racconto prosegue qui.

 
 
 
 

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