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Come Google sfata 3 miti del retail

Mentre i più teorizzano che il maggiore utilizzo da parte dei consumatori dei canali digitali abbia indebolito il ruolo dei punti vendita fisici, uno studio condotto da Ipsos Media CT e Sterling Brands con la collaborazione di Google, evidenzia un panorama completamente diverso in cui digitale e reale sono più connessi che mai.

Se è quindi vero che l’avvento di smartphone e dispositivi mobili, nonché l’utilizzo di ricerche in mobilità, ha completamente modificato il nostro modo di ricercare un determinato prodotto, è anche vero che i risultati spesso non sono esattamente quello che sembrano.

 

Mito 1:

I RISULTATI DI RICERCA MANDANO I CONSUMATORI VERSO I SITI DI E-COMMERCE

Chi cerca informazioni online su un prodotto è più propenso ad acquistarlo online? Può essere, ma questo comportamento viene adottato solo da 1 consumatore su 4. I restanti 3 invece utilizzano la rete per avere maggiori informazioni sia sul prodotto stesso che rispetto i punti vendita più vicini a lui, in modo da poter scegliere quello che risponde maggiormente alle sue esigenze. Se però il consumatore non trova online i dati relativi il punto vendita può anche modificare l’idea iniziale acquistando direttamente online. La lezione per i retailer in questo caso è semplice: siate presenti, fatevi trovare e fate in modo che il consumatore trovi immediatamente le informazioni che sta cercando, che, sempre secondo la stessa ricerca sono quelle rappresentate nella figura qui sotto.

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Mito 2:

SE IL CONSUMATORE CONSULTA LO SMARTPHONE NEL NEGOZIO I RETAILER HANNO PERSO LA SUA ATTENZIONE

La ricerca evidenzia come il 42% dei consumatori consulti il proprio smartphone per cercare informazioni sul prodotto direttamente in negozio. Provate a pensare anche alla vostra esperienza d’acquisto: trovate in un negozio un prodotto che vi interessa ma che non conoscevate, cosa fate? La maggior parte, il 64%, lo ricerca nei motori di ricerca per avere maggiori informazioni o per vedere valutazioni da parte di altri consumatori che già hanno acquistato il prodotto. Circa un terzo, il 30%, cerca lo stesso prodotto nel sito/app di un competitor per vedere se il prezzo è più vantaggioso, mentre il 26% ricerca coupon o sconti.
Cosa impara il retailer? Rendete le informazioni più accessibili per il consumatore, preparate una scheda prodotto semplice ed immediata all’interno del vostro sito raggiungibile magari grazie ad un QRcode.

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Mito 3:

LA RICERCA ONLINE HA ABBASSATO LE ASPETTATIVE DEI CONSUMATORI: IL NEGOZIO ORA È SOLO UN LUOGO PER LE TRANSAZIONI

La paura principale dei retailer è che la continua ricerca di informazioni da parte dei consumatori deleghi il negozio ad un semplice luogo di acquisti andando a ledere il rapporto di fiducia che si instaura tra retailer e cliente. In realtà invece il digitale non ha modificato le aspettative del consumatore in termini di servizio nel punto vendita, l’85% degli intervistati ha infatti dichiarato di preferire punti vendita che offrono esperienze sartorializzate sulla base delle loro esigenze.

Il digitale in questo caso diventa di grosso aiuto permettendo una maggiore penetrazione e personalizzazione di promozioni specifiche per un determinato target per geolocalizzazione, fidelizzazione o per caratteri demografici.

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AUTORE

Ilaria Guarnieri

Se Marketing Arena ha uno slidificio, Ilaria è fornaio di Keynote. Sforna icone e grafici come non ci fosse un domani, ma soprattutto offre alla prima linea caldi dati per costruire strategie. Alzatore.
 
 

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