Da qualche giorno sul tavolino d’ingresso di casa, tra le chiavi e le mille cose buttate, c’è il volantino del supermercato di fiducia: da una settimana la raccolta punti mi regala buoni benzina.
Ma anche il convegno organizzato dal Sole 24 Ore (in collaborazione con In3act) mi offre spunti per riflettere sulla non casualità dell’offerta.
Dietro alle necessità dei consumatori, esiste un vero e proprio mercato da conquistare per la grande distribuzione italiana: il carburante. Il contesto italiano risulta tra i più inefficienti d’Europa, con il maggior numero di stazioni eroganti in tutta l’UE, e la quantità di carburante erogato per stazione tra i più bassi dell’intero continente.
Ed è qui che si aprono gli spazi per l’ottimizzazione del modello organizzativo e della struttura dei costi: partendo (come spesso capita) da altre esperienze in Europa, UK e Francia in primis.
Un dato del convegno che mi ha impressionato: l’inserimento dei carburanti tra le nuove categorie/servizi offerti ha portato in UK incrementi di fatturato per i retailer fino al 10% sul proprio core business.
Ecco alcune basi imprescindibili in questo progetto:
- Considerare la categoria strategica valutando a pieno tutte le opportunità che offre. Quindi porla al centro di un progetto strutturato. Non improvvisato. C’è un’altissima potenzialità di “erogato per stazione” collegata all’elevato traffico nel punto vendita.
- Studiare nuove modalità di approvvigionamento (magari con nuovi partner internazionali ed indipendenti) che prevedano un modello replicabile standard di “stazione”.
- Politiche di pricing e scontistica adeguate.
Gli sforzi e le energie della GD dovranno essere incanalati in binari ben precisi per conquistare anche i più scettici e portare valore aggiunto.