Ho recentemente finito di guardare una delle serie che, nell’ultimo periodo, ha ipnotizzato decine di spettatori (più o meno soddisfatti): Black Mirror, una serie che – episodio dopo episodio – regala una panoramica di quello che potrà essere il mondo futuro se la tecnologia continuerà a evolversi in maniera sempre più rapida.
E questo mi ha portata a una riflessione: si tratta davvero di uno scenario futuro? Viviamo già in un’epoca digitale che, giorno dopo giorno, automatizza anche le più semplici delle attività quotidiane.
Quello su cui ho pensato di concentrarmi in questo articolo, però, riguarda piuttosto l’impatto che questi cambiamenti e l’avvento di tecnologie all’avanguardia potranno avere nei confronti dei bambini.
Al giorno d’oggi sono già evidenti le influenze della tecnologia nei confronti dei più piccoli: quante volte abbiamo visto i genitori dare ai propri figli smartphone o tablet per farli rimanere tranquilli e farli distrarre? Da questo punto di vista, questi dispositivi fanno già parte della vita dei bambini: se in passato si faceva di tutto pur di farli stare all’aria aperta e farli giocare con le cose più semplici, oggi basta scaricare un gioco qualunque dall’AppStore e il divertimento è a portata di mano.
Tuttavia, questo si presenta solamente come il primo punto di incontro tra bambini e tecnologia; si tratta di un tema che viene spesso dato per scontato, ma che in realtà, in un modo o nell’altro, potrebbe generare grandi cambiamenti.
Solo l’anno scorso, infatti, tra le principali aree di interesse dello sviluppo della realtà virtuale figuravano anche i bambini, non solo in termini di giochi che permettessero loro di sognare e vivere in realtà fino a quel momento sconosciute, ma anche in termini di apprendimento e salute.
1. Realtà virtuale e salute
In questo contesto, diversi studi hanno sperimentato l’utilizzo della realtà virtuale come strumento a supporto dei bambini affetti da autismo. La difficoltà principale riscontrata dai piccoli consiste nel sovraccarico di sensazioni a cui sono sottoposti, per via delle difficoltà intrinseche di filtrare gli stimoli esterni. Quindi, anche se non si tratta di una teoria pienamente verificata, la realtà virtuale potrebbe correre in loro aiuto aiutandoli a sperimentare e a migliorare le proprie capacità sensoriali.
Un esempio pratico di quanto possa essere sfruttata la tecnologia in questo senso è dato da Immersive Autism Therapy, una piattaforma sviluppata dalla startup Floreo: grazie ad essa, vengono combinati diversi approcci terapici volti a ottimizzare il processo di crescita e di sviluppo cognitivo dei piccoli pazienti. La realtà virtuale permette ai bambini di interagire con realtà virtuali caratterizzanti la vita di tutti i giorni, aiutandoli quindi a relazionarsi con il mondo circostante.
Allo stesso modo, la realtà virtuale trova applicazione anche nell’interesse dei bambini affetti da disabilità: i visori, infatti, possono essere utilizzati per ricreare delle situazioni di vita reale, caratterizzata da oggetti e persone con cui è possibile venire in contatto ogni giorno, permettendo ai piccoli di sviluppare le proprie competenze ed esperienze nei confronti della quotidianità.
2. Realtà virtuale e apprendimento
Da questo punto di vista, i visori trovano applicazione in una duplice direzione: da un lato, com’è già stato sperimentato, è possibile creare delle realtà virtuali che permettano di venire in contatto con degli insegnanti virtuali, una sorta di evoluzione 3D dei semplici giochi di apprendimento che possono essere scaricati grazie a un’App. Dall’altro lato, però, la realtà virtuale permette ancora una volta di inserire i bambini all’interno di scenari immaginari di cui non hanno ancora conoscenza: ecco allora che i piccoli alunni hanno la possibilità di visitare musei, luoghi meravigliosi come la barriera corallina e altre opere naturali e culturali di rilievo, senza mai uscire dall’aula.
3. Realtà di tutti i giorni
Oltre ad avere la capacità di influenzare gli ambiti precedenti, la realtà virtuale può diventare maggiormente invasiva e andare a caratterizzare anche le più semplici attività quotidiane.
Innanzitutto, a essere rivoluzionata è la favola della buonanotte: oggi, difficilmente i genitori hanno la possibilità di sedersi accanto al letto del proprio bambino, aprire un libro ricco di favole e narrarle ai figli per farli addormentare. La realtà virtuale, quindi, è stata pensata anche per questo utilizzo: Samsung, in particolare, ha sviluppato un’applicazione ad hoc grazie a Bedtime VR Stories: il visore permette ai bambini di vivere un’esperienza immersiva all’interno di uno scenario fantastico, riprendendo l’importanza e la potenza di una tradizione apparentemente semplice come il racconto della favola della buonanotte.
Nel contempo, l’applicazione permette anche ai genitori di condividere con i propri figli questo scenario: indossando entrambi il visore potranno immergersi nel mondo fantastico dei più piccoli e non perdere la tradizione di sedersi accanto ai propri bambini e condividere con loro il racconto.
Altra recente applicazione della realtà virtuale alla quotidianità si concentra sull’utilizzo dello spazzolino: la compagnia francese Kolibree ha annunciato recentemente il lancio di uno spazzolino che, grazie all’applicazione della realtà virtuale, permette ai bambini di divertirsi anche lavandosi i denti. Affiancando il dispositivo a un’applicazione in grado di tracciare i movimenti e usando la fotocamera frontale di uno smartphone sostenuto da un particolare supporto, permetterà al bambino di godere appieno del divertimento.
I bambini avranno la possibilità di scegliere tra 15 differenti giochi, ciascuno caratterizzato da diversi protagonisti: pirati, principesse, mostri, personaggi fantastici.
Per esempio, uno di questi li vede come protagonisti mentre cercano di sconfiggere un mostro in grado di rilasciare carie all’interno del regno magico: nel farlo, il bambino continua naturalmente a muovere il proprio spazzolino all’interno della bocca, operazione necessaria per combattere e sconfiggere il mostro. Si tratta, dunque, di uno spazzolino che diverte e allo stesso tempo insegna ai piccoli protagonisti come lavarsi bene i denti.
L’applicazione, che può essere usata solamente tre volte al giorno, permette anche ai genitori di tenere sotto controllo le abitudini dei propri figli, monitorando quante volte i loro figli si lavano i denti, per quanto tempo e se lo fanno in maniera corretta.
In conclusione, quindi, possiamo dire che la realtà virtuale sta andando a influenzare gran parte delle nostre attività quotidiane: resta da capire, però, se questo porterà effetti positivi o negativi nei confronti dello sviluppo e della crescita. Se da un lato, infatti, la sua applicazione può aiutare bambini affetti da autismo e disabilità a compiere un grande passo avanti e prendere sempre più consapevolezza della realtà che li circonda, dall’altro l’idea di affidarli a un semplice visore potrebbe forse estraniarli da quella che è la realtà fisica in cui si trovano, facendo perdere loro i legami con ciò che davvero conta.