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Quale futuro per i siti web?

Una delle provocazioni che più spesso ripropongo parte da una domanda: le aziende possono fare a meno di un sito internet?

Il sito web potrebbe sembrare “morto” per almeno tre motivi:

  • rappresenta l’apoteosi del “branded” e per questo motivo risulta invasivo al tempo del social networking in cui tutto è (apparentemente) ad appannaggio dell’utente
  • è uno strumento “complesso e costoso”, a differenza di tutte le altre possibilità di presenza on line per un’azienda, da twitter a facebook (apparentemente) zero cost
  • è uno strumento che richiede molte risorse di gestione, soprattutto umane, e spesso competenze più complesse di quelle che servono per lanciare un tweet, aggiornare uno status o inserire un prodotto su ebay

Da qualche tempo mi sto occupando di progettazione web, architettura informativa e scelta dei cms. Più sviluppo progetti per le aziende, con le aziende, più mi convinco che il sito web è importantissimo e tutt’altro che fuori moda.

Una delle cose che porto a casa dall’università è l’ossessione per la domanda “What’s in it for me?”, che adattata a questo caso suona più o meno come “perché dovrei costruire un sito web?”

La risposta non è univoca. O meglio, le motivazioni sono molteplici. E’ pur vero che un buon wordpress (gratuito) con un tema ben settato (anche investendo molto tempo e poco denaro), i giusti collegamenti ai social network, un eventuale spazio ebay, l’aggiornamento dei contenuti e poco più possono dare l’illusione di un progetto web completo e low cost. Nessuno nega che un “mezzo smanettone” è in grado di dare parvenza di sito internet ad un insieme di strumenti disponibili gratuitamente. Ma non è questo il punto. La presenza di un sito web, ancor meglio se sviluppato “custom”, è fondamentale per le imprese. Perchè?

  • Perché il sito internet è lo specchio dell’azienda stessa. E’ il continuo della pubblicità cartacea, televisiva, radiofonica.. il punto di atterraggio di molti degli sforzi aziendali.
  • Perché permette di inserire ogni tipo di contenuto senza le forzature che, diciamocelo, ancora oggi le altre piattaforme impongono.
  • Perché permette di progettare l’esperienza di navigazione. Una volta catalizzata l’attenzione dell’utente è la scienza dell’usabilità, della personalizzazione e del testing, a rendere queste landing page cosi performanti, tanto utili per l’utente finale quanto profittevoli per l’azienda.
  • Perché è nostro. Non esiste il rischio, seppur remoto, che domattina Mark Zuckerberg si svegli divorato dalla filantropia e schifato dal business e decida di chiudere alle aziende il più noto social network mondiale.

Resto pesantemente convinto che il sito web, cosi come il blog aziendale per i progetti social, rappresenti un punto di atterraggio che abita su un diverso livello rispetto ai punti di raccolta (social networks) in cui si catalizza l’attenzione ma più difficilmente si concretizza la conversione, come provo a schematizzare.

A mio parere il gioco del web del futuro avrà luogo proprio su questo terreno, con una presenza aziendale sempre più nebulosa e frammentata che necessiterà però di un campo base dove rifugiarsi fino alla prossima tempesta modaiola, io credo che questo campo base possa essere il sito web, secondo voi?

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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