Alcune recenti esperienze di consulenza mi hanno fatto pensare parecchio al concetto di sito web. Ho provato sulla mia pelle il cambiamento nel marketing on line e soprattutto nell’output finale, quello che una volta chiamavamo sito. L’unica cosa di cui sono certo è che è aumentata nel tempo la complessità, più di analisi che di sviluppo.
Fino a pochi anni fa esisteva la figura di sviluppatore che, più o meno bravo, realizzava in toto un sito internet e lo proponeva “chiavi in mano” al cliente internalizzando tutte quelle funzioni che oggi obbligano a mettere in campo più competenze distinte. In particolare credo che le macro-aree da presidiare siano:
analisi: spesso le esigenze del cliente sono nebulose o adrittura “controproducenti” (il mio sito deve avere le stelline luminose che si muovono), anche se in questo senso si nota una certa maturazione anche nelle richieste. Un’analisi trasversale del settore tanto in termini di strumenti utilizzati quanto di progetti proposti aiuta a presentare una bozza di progetto strutturata e sensata.
sviluppo: la parte di sviluppo è quella che ha risentito meno del cambiamento, un bravo tecnico che ha imparato a lavorare con un codice, in breve tempo si adatta alle novità e riesce a rimanere “sulla cresta dell’onda” grazie alla predisposizione ad aggiornarsi con continuità.
supporto: questa competenza emergente e trasversale è a mio avviso fondamentale, dalle nozioni di posizionamento nei motori all’integrazione del progetto all’interno di un piano di marketing e comunicazione, il supporto alla definizione dell’identità del sito web è importantissimo.
Perchè il funerale del web designer? Sicuramente a morire è lo sviluppatore vecchio stampo, quello che produce siti secondo una sola regola e li propone quasi in serie, cambiando (seppur con abilità) il solo tema grafico. Oggi le cose sono cambiate, l’abbiamo scoperto anche a nostre spese, lo sviluppatore si integra in una catena di fornitura che gli permette di ricevere specifiche di progetto e consegnare parti sviluppate in sinergia col l’esperto seo (che di lavoro fa solo quello!) e il project manager (o client manager, o account, o entrambi) senza stupirsi se è necessaria la consulenza di uno tecnico php o di un esperto di commercio elettronico.. chi sopravvivera? A mio avviso il web designer (ma anche il web marketer) che saprà comprendere e parlare la lingua del nuovo web, non tanto del web 2.0 quanto dell’integrazione degli specialisti di marketing con gli esperti di sviluppo; questa nuova killer app genera anche una netta frattura tra il sito web e il progetto di marketing on line e, se posso, anche tra i piccoli e le agenzie. Il risultato finale nel caso di mancata integrazione non è sempre inguardabile, spesso si trovano anzi ottimi esempi di lavori fatti in casa comparabili all’artigianato di qualità, ciò che purtroppo è sempre più evidente è che le competenze trasversali citate e il far parte di una rete risultano vitali per la sopravvivenza in un mondo in cui conta molto la legittimazione data dai lavori svolti e dai contatti con le persone che possono farti crescere professionalmente e aprire la strada verso il trampolino del salto di qualità, resta da capire se l’artigianato locale potrà ritagliarsi una nicchia inserendosi in uno spazio di eccellenza o se tra uno o due anni nessuno penserà più di portare avanti un progetto in totale autonomia.