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L’e-commerce diventa social! Il caso Cooltip

L’e-commerce è ormai diventato uno dei punti forti del web e nella continua evoluzione di quest’ultimo ha assunto anche forme nuove rispetto al semplice sito di vendita online: Gruppi d’acquisto online (Groupon, Privalia), Recommendation engines o Recommender systems (sono dotati di questa tecnologia: Amazon, Netflix), Shopping marketplace (Ebay, Amazon, Pixplace) e Shared shopping ( Dibsie Social Catalog; United Cloud’s Shared Shopping; IBM Websphere Coshopping).

Si tratta di tante sfaccettature di un fenomeno in crescita che prende il nome di Social Shopping, una nuova realtà che combina il classico shopping online con gli elementi tipici che caratterizzano il social networking. Esso si basa sull’idea che l’acquisto deve essere capace di coinvolgere le persone e deve avvenire in una community che suggerisce, promuove e propone prodotti che ritiene interessanti e nella quale la condivisione non riguarda le amicizie, gli hobby o le passioni, ma soltanto l’oggetto che si vuole acquistare. Il Social Shopping fa qualcosa in più rispetto al semplice vendere un prodotto o un servizio, infatti esso cerca di simulare e riprodurre online le interazioni sociali che si creano all’interno di un negozio o di un centro commerciale, mettendo quindi l’aspetto sociale come elemento centrale del sito.

In questo post tratteremo il caso di Cooltip, il primo social shopping italiano dedicato alle donne che amano seguire la moda e le sue tendenze. Esso nasce da un’idea di Anna Iezzi e Samantha Floreno su iniziativa di 4w Market Place, una società fondata nel 2007 dal Gruppo Digital Magics, specializzata in internet e nella pubblicità online.

Diventare Cooltipper è molto semplice, con l’iscrizione al sito è possibile: acquistare entro un vasto assortimento di prodotti dal catalogo online (abbigliamento, accessori, calzature etc.); condividere i prodotti ritenuti più interessanti sulla propria bacheca facebook; lasciare suggerimenti e/o consigli; ma soprattutto crearsi un’occasione di guadagno. La particolarità di questo nuovo modo di fare shopping online riguarda appunto il sistema di affiliazione con facebook. Infatti, pubblicando e promuovendo i prodotti di interesse sulla propria bacheca facebook, se qualcuno dei propri contatti clicca sul link proposto e acquista il prodotto, il cooltipper ha la possibilità di ottenere una percentuale sulla vendita del 10% e il contatto che ha effettuato l’acquisto cliccando sul post un altro 10%.

Coolpit utilizza quindi il passaparola e la condivisione sul social network (Facebook) per rendere il prodotto interessante, credibile e desiderabile dall’utente; il fatto che i “tip” (così si chiamano i commenti/suggerimenti lasciati dai cooltipper) siano stati espressi da un proprio amico dà maggiore sicurezza circa l’affidabilità e credibilità dello stesso suggerimento.

Inoltre essere Cooltipper dà la possibilità non solo di scegliere fra i prodotti inseriti nel catalogo esistente ma anche di inserirne di nuovi, facendoli conoscere alla community di Cooltip e dimostrando di essere così un vero e proprio trend setter capace di far emergere le nuove tendenze.
Cooltip è il social shopping italiano che permette di esprimere te stessa, di trascorrere il tempo con i tuoi amici, di dare le tue opinioni sulla moda e su tutto ciò che è trendy, suggerendo articoli interessanti sia su Facebook sia alla redazione di cooltip.

Concludendo, il mondo del web dimostra sempre, anche con questi esempi, di essere in continua evoluzione; l’e-commerce nasce col semplice scopo di vendere prodotti online e si ritrova a sfruttare le potenzialità della socializzazione e condivisione virtuale, propria del social networking. Se il presente richiede all’e-commerce di mettere il consumatore nelle condizioni di condividere gli acquisti con i propri amici (come dicevo prima l’utente si fida più di ciò che suggerisce un altro utente-amico rispetto a quello che dice l’azienda produttrice), allora chissà quale sarà il futuro prossimo dell’e-commerce, forse la possibilità di provare i prodotti in un “camerino virtuale”?! A voi le considerazioni!

 
 
 
 

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