Se due generazioni sono andate a letto dopo Carosello, i ragazzi del 2000 desiderano andarci dopo gli spot che ormai assomigliano sempre più a delle sit com.
Dando un occhiata in tv pare infatti che il sit spot trionfi :nessun esperto a spiegare la bontà di un prodotto, ma squadre di comici impegnati a recitare in serial infiniti. Vediamo infatti Fiorello, Buongiorno, Aldo Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone, De Sica, la Littizzetto, Bisio e Iacchetti…e non dimentichiamo la coppia Totti-Gattuso. L’operazione simpatia nella forma della commedia italiana popolare pare insomma pagare di più della diva irraggiungibile.
Dando un occhiata in tv pare infatti che il sit spot trionfi :nessun esperto a spiegare la bontà di un prodotto, ma squadre di comici impegnati a recitare in serial infiniti. Vediamo infatti Fiorello, Buongiorno, Aldo Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone, De Sica, la Littizzetto, Bisio e Iacchetti…e non dimentichiamo la coppia Totti-Gattuso. L’operazione simpatia nella forma della commedia italiana popolare pare insomma pagare di più della diva irraggiungibile.
Ma si può parlare davvero di ritorno del Carosello?
Secondo uno studio condotto da Eta Media Resarch su 75 pubblicitari ed esperti di comunicazione solo il 12% pensa che i sit-spot siano una rivisitazione moderna dei celebri sketch con Calimero. Il presidente di Pubblicità Progresso (Alberto Contri) spiega il fenomeno in questi termini: “Non si tratta di una nuova versione de il Carosello dove il meccanismo prevedeva una scenetta obbligatoria e solo gli ultimi 20 secondi potevano essere dedicati alla pubblicità del prodotto, oggi la funzione del comico in uno spot seriale è differente perché lo scenario televisivo è cambiato, com’è mutato il rapporto del pubblico con la tv”.
Le gag sono sempre in sintonia con il prodotto e il comico viene “usato” per prodotti non tanto amati o su cui i consumatori hanno resistenze, o ancora, offerte dov’è difficile capire il valore aggiunto rispetto ai competitor. La risata, insomma ha la funzione di una vera e propria operazione simpatia e la serialità aiuta a ricordare il prodotto, crea attesa, fa uscire uno spot dall’ambito pubblicitario per farlo entrare in quello dell’intrattenimento, mantenendo alta la soglia i attenzione e di attesa.
Un carosello ringiovanito insomma! Il 53% dei pubblicitari intervistati sottolinea come in Carosello gli spot erano “chiusi” mentre oggi, per l’effetto serial, sono a puntate.Il comico assicura la fedeltà ed è un antidoto allo zapping.
Il segreto allora è sempre più quello di creare storie avvincenti e aspettativa per vedere cosa s’inventerà il comico; logico che allora che il format di riferimento sia la fiction, cioè quello che il pubblico ama di più. Se vogliamo trovare un rischio a questa gestione degli spot possiamo pensare che alla fine “vinca” il personaggio e si perda di vista il prodotto o di generare confusione ( riconosco il personaggio ma non mi ricordo che marca sponsorizza). I sit-spot in onda sono però talmente tanti che allora i vantaggi devono necessariamente superare i rischi: il 48% dei pubblicitari trova le campagne vincenti per l’aspettativa che riescono a creare, per non parlare del successo dei tormentoni (“life is now” di Totti e Gattuso!?!). Per il 41% il tormentone amplifica il ritorno dello spot e per il 37% colpisce il pubblico più allargato.
Secondo uno studio condotto da Eta Media Resarch su 75 pubblicitari ed esperti di comunicazione solo il 12% pensa che i sit-spot siano una rivisitazione moderna dei celebri sketch con Calimero. Il presidente di Pubblicità Progresso (Alberto Contri) spiega il fenomeno in questi termini: “Non si tratta di una nuova versione de il Carosello dove il meccanismo prevedeva una scenetta obbligatoria e solo gli ultimi 20 secondi potevano essere dedicati alla pubblicità del prodotto, oggi la funzione del comico in uno spot seriale è differente perché lo scenario televisivo è cambiato, com’è mutato il rapporto del pubblico con la tv”.
Le gag sono sempre in sintonia con il prodotto e il comico viene “usato” per prodotti non tanto amati o su cui i consumatori hanno resistenze, o ancora, offerte dov’è difficile capire il valore aggiunto rispetto ai competitor. La risata, insomma ha la funzione di una vera e propria operazione simpatia e la serialità aiuta a ricordare il prodotto, crea attesa, fa uscire uno spot dall’ambito pubblicitario per farlo entrare in quello dell’intrattenimento, mantenendo alta la soglia i attenzione e di attesa.
Un carosello ringiovanito insomma! Il 53% dei pubblicitari intervistati sottolinea come in Carosello gli spot erano “chiusi” mentre oggi, per l’effetto serial, sono a puntate.Il comico assicura la fedeltà ed è un antidoto allo zapping.
Il segreto allora è sempre più quello di creare storie avvincenti e aspettativa per vedere cosa s’inventerà il comico; logico che allora che il format di riferimento sia la fiction, cioè quello che il pubblico ama di più. Se vogliamo trovare un rischio a questa gestione degli spot possiamo pensare che alla fine “vinca” il personaggio e si perda di vista il prodotto o di generare confusione ( riconosco il personaggio ma non mi ricordo che marca sponsorizza). I sit-spot in onda sono però talmente tanti che allora i vantaggi devono necessariamente superare i rischi: il 48% dei pubblicitari trova le campagne vincenti per l’aspettativa che riescono a creare, per non parlare del successo dei tormentoni (“life is now” di Totti e Gattuso!?!). Per il 41% il tormentone amplifica il ritorno dello spot e per il 37% colpisce il pubblico più allargato.
D’altra parte se molti nostri genitori si ricordano ancora gli sketch del carosello vorrà pur dire che la formula non era tanto male no?
Fonte: Corriere della sera