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Il V-day invisibile

Il blog di Beppe Grillo ha ormai raggiunto risultati incredibili in termini di visite e di interesse dei temi trattati. Si può essere più o meno d’accordo con le battaglie di cui si fa portavoce, ma senza dubbio noi di Marketingarena non possiamo esimerci dall’informare tutti coloro che ne fossero interessati della manifestazione di sabato 8 Settembre denominata V-Day, come si legge dal sito una via di mezzo tra il D-Day dello sbarco in Normandia e V come Vendetta, è poco carino ma ufficialmente la “V” sta per Vaffanculo.
Prima di guardare ai contenuti dobbiamo osservare una cosa: si tratta di una manifestazione che coinvolgerà tutte le piazze italiane, che ha mobilitato diversi target di popolazione, che ha portato all’apertura di blog e forum e che i media tradizionali non hanno assolutamente preso in considerazione (eppure il gay pride che si fa in una sola città lo annunciano al tg!).
Passiamo ora ai contenuti. Beppe Grillo ha spinto tale mobilitazione per ricordare che dal 1943 non è cambiato niente: allora il re in fuga e la Nazione allo sbando, oggi, politici blindati nei palazzi immersi in problemi “culturali”. Il V-Day vuole allora essere un giorno di informazione e di partecipazione popolare in cui potrà emergere la partecipazione democratica dal basso che da molto tempo ha taciuto convinta che ci sia poco da fare per cambiare un sistema politico in cui la vincono le lobby.

Tre sono i punti caldi su cui viene chiesto di ragionare:

  • E’ giusto che un cittadino italiano possa candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo o secondo grado e in attesa di giudizio finale?
  • E’ giusto protrarre l’eleggibilità al Parlamento a più di due legislature?
  • E’ giusto che non ci sia preferenza diretta per l’elezione dei parlamentari?

Marketingarena non fa politica e ci tiene a dichiarare che il movimento non è né di destra, né di sinistra e né di centro, ma vuole soltanto raccogliere il malcontento verso la casta che ci guida. Cosa ancor più notevole per noi markettari è il fatto che una mobilitazione così vasta da superare addirittura i confini nazionali è riuscita a crescere a dismisura grazie alla rete internet e all’ormai famoso effetto virale essendo totalmente snobbata da tv e giornali.
Qualche riflessione pare utile: se nessuno ne ha parlato vuol dire che allora un tale movimento impaurisce qualcuno e che, cosa ancora più importante, la vera informazione non è più data (o non soltanto data) da stampa e tv. Non me ne si voglia ma ho pensato al popolo cinese che si sta finalmente nutrendo di informazioni “vietate” grazie a internet.
Forse per il solo fatto che qualcuno ha cercato di metterla a tacere, merita un’adesione.

Ilaria Paparella

 
 
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Ilaria Paparella

 
 

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