Curiosità. È stato questo il leitmotiv dell’evento BeCurious.BeInnovative. organizzato da SAS il 04 novembre scorso.
Curiosità come spinta a farci nuove domande, a trovare nuove risposte, a cambiare in meglio.
È sempre bello vedere come un’azienda che si occupa di dati e analytics tra le più importanti al mondo dia spazio nei suoi eventi a punti di vista diversi, appartenenti a persone che non necessariamente lavorano nel mondo dei dati, ma che hanno qualcosa da raccontare, che possono allargare la prospettiva di chi ascolta.
Anche io oggi seguirò questa strada: non parlerò di marketing ma di quello che mi sono portata a casa dall’intervento di Nicoletta Romanazzi – mental coach specializzata in sport coaching e top performance. Se il nome non vi è nuovo è perché Nicoletta è la mental coach di tanti atleti italiani scesi sul campo in queste ultime olimpiadi Tokyo 2020, tra cui Marcell Jacobs campione olimpico dei 100 metri piani.
Nicoletta ci ha raccontato come siano proprio le domande ad essere lo strumento più importante per un mental coach, essenziali per comprendere non solo il mondo interiore di chi abbiamo di fronte, ma anche il nostro
È solo comprendendo chi siamo e dove siamo, che possiamo cambiare la direzione del nostro cammino. Quante volte ci poniamo un obiettivo vago e poi ci sentiamo frustrati perché ci perdiamo per strada e non riusciamo a raggiungerlo? Nicoletta ci insegna come evitare questa situazione.
Tre sono stati i temi principali toccati nel corso dell’intervento:
La capacità di farsi le domande giuste
Non tutte le domande hanno lo stesso peso, solo le domande giuste sono in grado di attivare il nostro cervello a cercare e trovare la giusta risposta.
Quante volte, quando ci troviamo in una situazione sfortunata, ci chiediamo “ma perché proprio a me”? È chiaro che ponendoci questa domanda, le risposte che il nostro cervello troverà saranno tutte negative, come ad esempio “perché siamo sfortunati”, e questo sentimento di negatività bloccherà l’accesso alle risorse che invece mi possono aiutare a risolvere la situazioni.
Nelle situazioni di difficoltà, quindi, dobbiamo scegliere le domande giuste e Nicoletta le suddivide in quattro gruppi principali:
- le domande che iniziano con il come, che permettono di scoprire nuovi processi
- le domande che iniziano con il cosa, che permettono di trovare nuove informazioni
- le domande che iniziano con il perché, che permettono di scoprire intenzioni, motivazioni, interessi
- le domande che iniziano con il cosa sarebbe se…, che permettono di attivare nuovi scenari
In questo percorso, non dobbiamo commettere l’errore di pensare che, farsi domande, sia una capacità naturale di chiunque: come tutte le cose, richiede allenamento e pratica, e il consiglio di Nicoletta è quello di farci ogni giorno una domanda in più rispetto al giorno prima.
Pensieri e paure
Come possiamo evitare di avere pensieri negativi? Semplice, non possiamo farlo.
I pensieri negativi esistono perché nascono dalle nostre paure, ma dobbiamo ricordarci che i pensieri di per sé sono neutri: siamo noi a scegliere se permettergli di influenzarci o meno.
La paura fa parte del gioco, secondo Nicoletta non è la paura in sé il problema, è la paura della paura. E la soluzione non è evitarla, perché più scappiamo da questa paura, più questa si ingrandirà.
Quello che possiamo fare è ascoltarla e arrivare ad accettare la consapevolezza che una dose di rischio ci sarà sempre nelle nostre azioni e decisioni, ma che a un certo punto bisogna buttarsi con il pensiero che se andrà male saremo in grado di gestire la situazione con le risorse che abbiamo a disposizione.
Le risposte sono dentro al problema
Nelle situazioni di difficoltà, spesso la risposta che diamo alle nostre domande è “non lo so”. Nicoletta ci ha fatto riflettere su come questa sia la risposta migliore per spegnere il cervello.
Quando la risposta che ci diamo è non lo so, dobbiamo sforzarci di non accettare quella risposta, ma piuttosto chiedersi: se lo sapessi quale sarebbe? E lì la risposta arriverà, perché la risposta è sempre nascosta dentro al problema, dobbiamo solo avere voglia di cercare.
In questo contesto, l’ingrediente segreto come anticipava il titolo stesso dell’evento SAS è sempre uno: ricordarci di essere curiosi.
Rivivi gli highlights dell’evento BeCurios.BeInnovative.