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La nuova privacy tra il Regolamento 679/2016 e la normativa nazionale

Da pochi giorni (lo scorso 25.05.2018) è applicabile il Regolamento UE 2016/679 (anche noto come GDPR), e tante sono le problematiche già emerse.
In primo luogo, nonostante il Regolamento sia in vigore da due anni (maggio 2016), ad oggi solo quattro sono le nazioni che ad essersi tempestivamente adeguate (Austria, Germania, Slovacchia e Svezia).

In secondo luogo, nonostante il GDPR abbia la “forma” del Regolamento, che quindi non necessiterebbe di atti legislativi per la sua adozione nei vari stati membri, sono emerse non poche questioni interpretative e ciò perché, molte disposizioni del Regolamento sono state scritte come vere e proprie “norme in bianco”, lasciando ampi margini di discrezionalità alle normative interne dei Paesi membri; in buona sostanza, quindi, è necessario un coordinamento tra le legislazioni nazionali e il Regolamento, al fine di giungere ad un corpus armonico e coerente.
In tale ottica, la L. 25 ottobre 2017, n. 163, ha delegato al Governo l’adozione di un decreto legislativo recante disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento, che l’Italia avrebbe dovuto adottare entro sei mesi dalla pubblicazione della suddetta.
L’originario termine del 21.05.2018 è stato prorogato di ulteriori tre mesi, quindi sino al 21.08.18.

Uno schema di decreto legislativo di adeguamento al GDPR è già stato sottoposto al vaglio del Garante che, lo scorso 22 maggio, ha manifestato parere favorevole, espresso, tuttavia, a maggioranza e non all’unanimità.
Su svariati punti dello schema di decreto il Garante ha, infatti, dimostrato perplessità e riserve, suggerendo al legislatore delegato, per un verso, delle integrazioni e, per altro verso, delle modifiche più incisive, con l’obiettivo di rimuovere criticità e dubbi interpretativi, nonché bilanciare gli interessi coinvolti (per un esame dettagliato delle osservazioni del Garante si veda https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/8948011).

Il decreto è ora passato alle Commissioni parlamentari, che lo stanno esaminando, e successivamente tornerà a Palazzo Chigi per il via libero definitivo del Consiglio dei Ministri.
Nulla esclude, pertanto, che l’attuale schema di testo normativo possa subire degli interventi e delle modifiche, in accoglimento dei suggerimenti del Garante.
Ad oggi, perciò, ogni valutazione sul prossimo decreto legislativo è inevitabilmente sospesa. L’unica cosa certa è che il Regolamento UE 2016/679 è efficace e vincolante nei confronti di tutti i cittadini dell’Unione europea e che l’Italia, come gli altri Paesi che ancora non si sono uniformati, necessita di una normativa di coordinamento, che faccia da tramite tra il GDPR e la legislazione nazionale, eliminando l’attuale incertezza, non solo normativa ma anche pratica.

 

Per approfondire il tema si veda l’articolo “Il Regolamento 679 del 2016 in tema di tutela dei dati personali e la normativa di raccordo in Italia

 
 
AUTORE

Nicolò Ghibellini

Avvocato del Foro di Rovigo. Specializzato in diritto d’impresa e delle nuove tecnologie. Formatore aziendale e universitario in diritto delle nuove tecnologie e privacy.
 
 

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