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Social commerce e deals: una bolla?

Possiamo tranquillamente affermare che il sistema di monetizzazione delle pratiche web si è evoluto. Abbiamo denominato con acronimi improbabili ogni forma di interazione web e abbiamo davvero creduto che si posso tranquillamente oziare sul divano di casa scrivendo un blog per avere uno stipendio costante.
Una realtà svelata dimostra come per fare soldi sul web è necessario molto più che un semplice blog.
Cosa sta succedendo adesso che il motore commerciale si è svegliato ed ha puntato sul web la sua scommessa futura?

E’ il risveglio della marca! Il Brand ha cominciato il suo oligopolio sfruttando una leva finora marginalizzata: l’aggregazione sociale. A supporto di questa perversione naturale del brand sono nati grossi database “comunicanti”, alla stregua di Groupon, che hanno pensato di sfruttare il fenomeno degli acquisti di gruppo.

Il tutto si riassume in due punti focali:

  • Offerte
  • Acquisti di gruppo

Banale no? Ed invece proprio questo sistema è quello che per ora domina il web e che riesce a monetizzare “concretamente”. Ma cosa c’è dietro un’offerta di questo tipo? Un mondo, direi. C’è un sistema di connessione di datebase targettizzati, una lista di imprese offerenti in attesa di “puntare” la loro offerta e ci sono tanti “deal hunters” che comprano al ribasso senza nessuna garanzia di fidelizzazione.

Da una interessante presentazione di Nick Demey:

Il sistema funziona, non c’è dubbio. Quello che invece non funziona è il sistema di fidelizzazione che dovrebbe derivare da questo modello. Il paradosso di questo sistema è che rende merito agli acquisti ma poco valore al prodotto. Chi acquista un prodotto in offerta lo fa con lo scopo di sfruttare un vantaggio prima e per provare il prodotto dopo. Per questo motivo si crea una discrasia tra chi offre e chi riceve l’offerta. Questo punto di connessione tra domanda e offerta crea una falla che può ripercuotersi sul valore del brand o del prodotto.

Il prezzo come strumento di vendita crea la percezione del “valore” di quel prodotto che altrimenti non sarebbe acquistato.
Ci sono alcune testimonianze in rete che parlano di cosa può succedere quando la domanda e l’offerta non coincidono:

Sono alcuni esempi che non hanno la pretesa di voler dimostrare niente, mi danno però lo spunto di per qualche consiglio:

Groupon o similia sono degli strumenti che vanno saputi usare. Il valore del prodotto dovete saperlo dosare con cautela. Se avete un centro estetico e volete farlo conoscere con il sistema dei coupon sappiate che se deludete le attese del cliente, non solo quello non tornerà più ma ne parlerà male.

Se fate un’ offerta non limitatevi a far provare il prodotto o servizio ma trovate il sistema per lasciare la voglia di riprovarlo creando valore sull’esperienza e non sull’offerta. In alternativa fate una prova gratuita al di fuori del circuito dei coupon ma “non abbassate” il prezzo dei vostri prodotti.
Potrebbe essere il sistema meno adatto per farvi conoscere.

ci raccontate le vostre esperienze?

 
 
 
 

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