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Le armi del social marketing: i gruppi

Ha fatto parecchio rumore on line questo post di Marshall Kirkpatrick che analizza il ruolo e l’importanza dei gruppi nel web sociale. L’esplosione dei gruppi da, a mio avviso, sostanza a due tendenze inequivocabili nel web di oggi:

    la specializzazione della socialità “per argomenti”

    la riduzione dei costi di informazione grazie a scremature preliminari già fatte da altri


Il valore dell’articolo citato sta nella proposta di una vera filosofia della segmentazione web, quasi fossimo giunti a una fase due della gestione delle informazioni per gli utenti avanzati che ad oggi non riescono più a gestire i flussi in entrata (e mail) e ancor più faticano a rimanere aggiornati in base alle proprie necessità professionali, in un contesto di iperscelta è paradossalmente difficile fare delle scelte, ecco allora che ci viene incontro il browser che clusterizza i nostri follow su twitter passando per le room di skype o i feed rss gestiti per priorità.

L’autore propone anche la creazione di gruppi come soluzione al problema dell’overload di informazioni, giudicando senza mezzi termini un errore il fatto di tagliare rami secchi (connessioni, fonti): sono molto d’accordo più dal lato concettuale che tecnico. Il valore della rete infatti sarà anche dato dai nodi più popolari (usiamo per semplicità “linkati” come metrica ma si potrebbe far meglio) ma nessuno può dirci che quella fonte emergente non diverrà in breve tempo un potentissimo hub, e noi lo abbiamo tagliato! Sosterremo quindi un ulteriore costo nel reinserirlo tra le nostre fonti (costo basso) e peggio avremo perso dati e informazioni di sicura qualità nel tempo che passa dall’epurazione della fonte al reinserimento per palesato successo del frettolosamente tagliato.

Che dire? Oltre al fatto che mi ha divertito il commento al post che dichiara ormai necessario l’utilizzo di due schermi per lavorare in contesti social (è utile, innegabile), appena ho letto l’articolo ho pensato che concettualmente non c’è molto di nuovo rispetto alle stanze della chat C6 che ha almeno dieci anni, l’elemento di novità sta nell’utilità di questi strumenti, ad oggi quasi imprescindibili per chi gestisce molte informazioni nelle due vie ed individuati come chiave per la riduzione dei costi di informazione. Che ne dite?

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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