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Makers, community ed il lato umano del business

In vista del prossimo incontro di Pillole di Futuro (domani, venerdì 11 ottobre dalle 18 all’officina PS Car di Rovigo) abbiamo fatto quattro chiacchiere con Francesca Baldassarri, che insieme ad altri volontari gestisce la community di Etsy Italia. Abbiamo parlato, ovviamente, di Etsy, ma abbiamo indagato anche le sue opinioni sui makers e sui nuovi artigiani digitali.

Com’è nata la vostra community?

La community italiana è nata nel 2009, dall’esigenza delle poche venditrici italiane presenti su Etsy.com di riunirsi e creare un’isola ‘english free’, nonché di fare gruppo per aiutarsi a vicenda nell’utilizzo del sito, che al tempo era solo in inglese. Erano poche decine e si ritrovavano su un forum di Flickr o in quello di Etsy, ma in breve tempo hanno superato il centinaio. Di fatto le persone attive erano comunque poche, le attività all’infuori di internet erano inesistenti e tutto girava intorno al forum.

Su Etsy è possibile comprare oggetti di artigianato unici. Perché un artigiano dovrebbe scegliere di vendere su Etsy?

Parlando con molti artigiani che vendono sia su Etsy che fuori (mercatini, negozi fisici, altre piattaforme) posso dirti che il motivo principale è che su Etsy passano milioni di persone; il traffico mensile è di più di 60 milioni di visitatori unici, utenti che sono già selezionati perché interessati a un certo tipo di prodotto (artigianato, design, vintage, arte, ecc.) e ciò rende la probabilità di vendita più alta piuttosto che vendere su altri siti con un mercato più ristretto o meno selezionato oppure vendere dal proprio sito web. Inoltre Etsy è molto conosciuto in tutto il mondo, oramai riviste di design, moda, lifestyle attingono a piene mani dai prodotti che trovano nel sito, e per questo è vetrina ideale per il fatto a mano. Tutto ciò lo rende il marketplace più promettente per artigiani e autoproduttori.

Quali sono i segreti per vendere bene con Etsy?

Non ci sono segreti 😉 in realtà tutto quello che serve è spiegato nelle guide di Etsy, o può essere imparato frequentando i forum. I requisiti necessari per vendere sono: avere un buon prodotto, avere belle foto, ottimizzare le inserzioni per la ricerca, darsi da fare con la promozione, sul sito e fuori. Ciò che su Etsy è un valore aggiunto è avere una storia da raccontare: i negozi con una forte personalità (o stile, o come vuoi chiamare quel qualcosa in più che cattura e rende un negozio/prodotto riconoscibile) sono quelli che più hanno possibilità di successo. Gli acquirenti di Etsy sono per la maggior parte persone che non vogliono semplicemente comprare un prodotto: sono persone in cerca di un qualcosa che le renda speciali, che le faccia sentire uniche, vogliono oggetti che in qualche modo entrino in risonanza con la propria esistenza e personalità e che portino con sé una storia che valga la pena raccontare. Quindi offrire non solo un prodotto ma un “mondo” di riferimento in cui il cliente possa riconoscersi è fondamentale.

Chi è l’utente tipo che acquista su Etsy?

Individuare un utente tipo, quando gli utenti sono 60 milioni al mese, è difficile; inoltre oramai Etsy è divenuto, in America e in gran parte del mondo, un fenomeno popolare, tutti acquistano su Etsy 😉 Anche Jessica Alba – tanto per fare un nome famoso tanto in US che qui – e molte altre celebrità d’oltre oceano. 
Gli italiani di meno sopratutto perché sono ancora diffidenti verso l’acquisto online, tranne quando si tratta di farlo su portali molto conosciuti. Se dovessi proprio tracciare un ritratto dell’utente tipo di Etsy: è donna, ama l’artigianato e gli oggetti unici, è attenta all’ambiente, al consumo consapevole e sostenibile. Gli uomini però sono in aumento.

I makers stanno dando vita ad una rivoluzione che si sta allargando a macchia d’olio. Che cosa differenzia i nuovi artigiani digitali da quelli che lavorano nelle botteghe?

Oramai i fablab sono le nuove ‘botteghe’ artigiane, la differenza è solo negli strumenti, che, come è accaduto durante tutta la storia dell’uomo, si sono evoluti. Che sia stampato 3D, tagliato al laser o cesellato a mano, la differenza la fa il prodotto, la creatività e  la testa che sta dietro a tutto ciò. So che non tutti la pensano così, ci sono molti che ritengono i prodotti stampati 3D come non degni di essere chiamati artigianali; secondo me dipende dal prodotto e da come è stato progettato e realizzato. Gli artigiani che sopravviveranno a questa crisi e a questa rivoluzione sono quelli che riusciranno ad usare le nuove tecnologie e riusciranno a raccontare la propria storia e il loro prodotto e renderli rilevanti agli occhi di chi compra, magari cercando nuovi mercati internazionali, oramai raggiungibilissimi grazie ad internet.

E gli artigiani di Etsy, chi sono?

Su Etsy si trova davvero qualsiasi cosa: dall’hobbista all’artigiano tradizionale, dal designer all’artista. Con oltre 18 milioni di inserzioni, significa poter trovare qualsiasi cosa: dall’abbigliamento al mobilio, dai gioielli alle stampe d’arte, dai gadget nerdissimi ai componenti d’arredo di design. In tutto il mondo i creativi riescono a fare della propria passione un’attività indipendente e remunerativa (agevolati anche dai regimi fiscali meno punitivi del nostro), quindi su Etsy davvero si può trovare qualsiasi cosa. Certo, non tutto è ben fatto e non tutto è bello o utile (Regretsy insegna…), però la possibilità di vendere è per tutti, e sta al singolo trarne il maggior vantaggio, e al mercato selezionare cosa va e cosa no. Etsy è decisamente un mercato meritocratico.

Sembra che nella community di Etsy non esista la concorrenza, ma che gli artigiani collaborino volentieri tra di loro. É davvero così?

E’ davvero così. La prima cosa che mi colpì quando mi iscrissi ad Etsy, come compratrice, nel 2007, furono le Treasury: vetrine curate dargli utenti stessi, che potevano finire nella home page del sito, e il cui motto è “Spread the love!”. Le istruzioni che si trovano nella pagina per creare la treasury prevedono esprespressamente di non inserire più di un articolo per negozio e di non promuovere i propri lavori allo scopo di “diffondere l’amore”. Ciò significa che bisogna far pubblicità agli altri, spesso ai propri concorrenti, perchè fa bene a tutti, anche a se stessi; l’obiettivo è promuovere l’handmade tutto, non solo il proprio prodotto, facendo così tutti trarranno beneficio dalla pubblicità fatta al sito. Etsy è un social network e e una community e, in quanto tale, il successo del singolo si basa sulle relazioni con gli altri utenti: più si sta nel sito e si utilizza, più si comunica e si condivide, più si diventa popolari, aumentando le proprie probabilità di vendita. Il motto di Etsy è di rendere il business più umano, ed è questo che gli utenti stessi del sito cercano di realizzare: i rapporti umani, tra venditori e clienti e tra venditori stessi, sono la base fondante di questo sistema.
In quest’ottica anche i concorrenti di Etsy fanno bene ad Etsy: chiunque diffonda il valore dell’artigianato, del design e del rapporto diretto tra consumatore e artigiano è un tassello indispensabile per cambiare il modo di fare business.

Quali sono le prospettive per il futuro?

Io spero che qui in Italia i tanti artigiani – digitali o meno, capiscano che oramai la vendita su internet è il solo modo di uscire dalla crisi ed imparino a sfruttare le potenzialità di avere il mondo come mercato. In realtà non hanno scelta: se vogliono avere delle prospettive devono crearsele.
Dal canto nostro – La community italiana su Etsy – cercheremo in ogni modo sia di diffondere il valore della collaborazione sia di far capire all’Italia che il made in Italy non sono solo le grandi marche ma che ci sono tanti autoproduttori che sono in grado di produrre, magari dal loro angolino di casa, oggetti degni della migliore attenzione 😉

 
 
AUTORE

Ilaria Pierannunzio

Il contenuto il suo carro armato, i Social Media il suo cannone. È l'ultima a lasciare l'ufficio, trafelata tra call e approvazioni dell'ultimo secondo. Se siete suo cliente, non potete conoscere mezze misure. Bulldozer.
 
 

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