Credo di essere parte di una generazione di passaggio tra i “vecchi libri universitari sul marketing, le pratiche aziendali altrettanto vecchie (forse più dei libri?) e i nuovi strumenti di marketing, nuovi mezzi, nuovi veicoli, nuove espressioni…”
In un articolo di Forbes di un anno fa si leggeva: “It’s a $15 billion question: Can Facebook make money?”
Ebbene, nonostante i dibattiti sulle tematiche del 2.0 siano lungi dal trovare una posizione definitiva, capire in che modo raccogliere tutti gli spunti e metterli su carta mi sembra un’impresa tutt’altro che scontata.
Partiamo dall’ecommerce: si legge* :” L’e-commerce in Europa è diventato parte fondamentale dell’offerta al consumatore finale. In alcuni Paesi rappresenta il 6% delle vendite al dettaglio ed oltre il 20% per settori come il Turismo. In Italia una serie di fattori frena la crescita del settore, in particolare delle vendite di beni fisici (per la prima volta un settore e-commerce in Italia, l’alimentare, ha subito una contrazione). I beni digitali stanno crescendo comunque oltre il 50% annuo, a dimostrazione che il mercato è ricettivo. I freni sono soprattutto nella logistica e nella connettività, ma anche negli investimenti limitati da parte delle società che hanno già una presenza fisica e che tendono a vedere Internet solo come accessorio al modello di business esistente.”
Poi i blog**: “…Dopo tanti elogi, tuttavia, mi sento di fare una critica, anche se può sembrare infondata: Il mondo del web sta andando in una direzione ormai chiara, quella del web 2.0 e, soprattutto, dei blog… perché Diesel non ha un blog? È un’azienda che sa trasmettere stile di vita e passione, che lavora molto nel web e sa ascoltare e capire le nuove generazioni… un blog mi sembra il passo successivo più ovvio… poi, però, da fuori non si vede nulla, come sempre.”
Inoltre i social media e la possibilità di advertising: si parla di conversazioni tra marketers e consumatori, si parla della possibilità di condividere gusti, percezioni, aspettative, ma in pratica?
Sappiamo tutti che l’efficacia dei banner pubblicitari non è poi così elevata, quindi che fare?
Ultimo ma non meno importante, la presenza sui motori di ricerca: a chi serve davvero e quanto realmente incide? Come dire alla pmi che se anche compra quelle 2 paroline chiave ma poi ha un sito non aggiornato fa solamente una brutta figura?
Inizio con qualche domanda:
– come aiutare realmente le aziende col 2.0 ?
– come trovare (e spiegare) le nuove metriche e i nuovi roi?
– come trovare argomenti comuni a pmi e grandi, b2c e b2b, “target” giovane e over x…
Link utili:
*Focus:e-commerce 2008 da www.casaleggio.it
**Stefano Guerra su marketingarena.it
Info:
MarketingArena è presente come “Best Start-up 2.0” al convegno Web2Oltre di Milano