L’attacco, che si manifesta in un libro (Falce e Carrello) scritto dallo stesso Caprotti e a cui segue un esposto in procura, accusa le cooperative italiane ai danni della concorrenzialità del sistema distributivo nazionale. In particolare sono essenzialmente tre i punti su cui la questione si concentra:
– la denuncia alle coop per aver impedito ad Esselunga di presidiare determinate aree del paese, con esempi alla mano.
– L’applicazione di prezzi, da parte delle cooperative, mediamente più alti con maggiorazioni che raggiungono anche il 10-20% rispetto ad Esselunga; evento questo particolarmente grave dal momento che le coop sono organizzazioni dei consumatori, e tenere i prezzi bassi riducendo lo spread tra i costi d’acquisto e di vendita dovrebbe rappresentare la loro missione.
– Infine Caprotti punta il dito sul pagamento delle tasse mettendo in evidenza come le cooperative paghino un’aliquota fiscale del 17% mentre le altre aziende del 43%. Tali agevolazioni, quindi, per i motivi sopra indicati, verrebbero a perdere, secondo Caprotti, il loro motivo d’esistere.
Ora, più che concentrarsi sulle diverse accuse mosse cercando di capire quanto esse possano essere fondate o meno, sarebbe interessante valutare l’impatto che tale situazione ha comportato nei confronti delle due catene, in particolare:
si tratta di un fatto che interessa il consumatore medio oppure è un fenomeno destinato a suscitare discussioni solo sui tavoli di economisti e analisti del mercato?
Che impatto potrà avere questa accusa sulla store loyalty delle due insegne?
L’immagine di Esselunga ne uscirà rafforzata o indebolita?
Secondo il mio punto di vista, l’accusa mossa da Caprotti ha suscitato un interesse limitato da parte dei consumatori dovuto principalmente al fatto che i vari media si sono concentrati più sul “duello Esselunga-Coop” piuttosto che sui contenuti della “battaglia”.
Credo poi, che la forte fedeltà all’insegna da parte dei consumatori coop, unitamente alla scarsa e a volte confusa informazione che i media hanno dato all’evento, non dovrebbe portare a significative perdite di clienti da parte delle cooperative; in altre parole mi sembra che il tutto stia diventando una guerra ideologica e di immagine tra i due distributori destinata a sfumare a breve termine senza poi tante conseguenze nei rispettivi portafogli clienti.
Voi che ne pensate?
Fonti:
Corriere economia 1-10-2007
Il Sole 24 Ore 20-09-2007
Thomas Longo