“L’ambiente familiare non è un luogo pubblico, e la pubblicità non deve violarlo se non quando invitata”
Questo si leggeva nel 1923 su “Printers’ ink”, rivista specializzata del settore pubblicitario. Era il tempo dell’introduzione della radio nelle case e il dibattito sull’entrata nelle case della pubblicità era di grande attualità, a quel tempo la casa era considerata un ruolo di astrazione ed evasione dal mondo finanziario e lavorativo… e oggi?!