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Direct marketing aggressivo, ma non troppo!

L’inverno scorso in un negozio d’abbigliamento nel quale mi ero recato per un acquisto, al momento del pagamento mi fu proposto in cambio di uno sconto di oltre 20 euro sul capo stesso di diventare “cliente”, tramite la sottoscrizione di un modulo, contenente i miei dati: una fidelity card uninominale mi permetteva di avere sconti e vantaggi vari, senza costo aggiuntivo. Chiaramente accettai, nonostante non fossi un cliente abituale, spinto più dal vantaggio economico momentaneo che per la prospettiva di eventuali sconti futuri, in quanto in quel negozio ci vado non più di 2 volte l’anno.

Nel corso dei sei mesi successivi, più volte mi sono arrivati messaggi contenenti informazioni riguardanti promozioni, saldi, extrasconti e quant’altro: solitamente arrivavano 2 sms abbastanza condensati con tutte le info del caso.

Questa settimana sono arrivati 2 sms, sempre dallo stesso negozio, relativi all’inizio di un periodo di promozioni, chiamato pre-saldi, che permetteva tramite la fidelity card, sconti anche del 50%.

Il testo, in breve era più o meno questo:

“da… sono iniziati i pre-saldi con sconti fino al 50% per i possessori di fidelity card. Ti aspettiamo”.

Ho letto i messaggi, e nonostante fossi intenzionato ad effettuare un acquisto, mai mi sarei immaginato, nonostante la promessa di forti sconti, di recarmi in quel negozio, in quanto ultimamente sono abbastanza fedele ad un altro store, tra l’altro molto più vicino da un punto di vista chilometrico.

A distanza di un giorno, il colpo di genio. Un terzo messaggio da parte del negozio. La mia prima reazione è stata quella di insofferenza per la troppa insistenza. Il testo di questo sms, tuttavia, è riuscito a mutare il mio stato d’animo.

Il testo era più o meno il seguente [purtroppo, a causa di un black-out del mio cellulare, ho perso tutti i messaggi, dunque le parole non sono proprio le stesse]:

“Lo sappiamo che 3 sms da parte di uno stesso negozio per ricordare gli sconti sono troppi…ma vi assicuriamo che ne vale la pena!”.

A mio avviso, questa ammissione di colpevolezza e quasi di scuse nei confronti del cliente, per l’insistenza nel continuare a mandargli messaggi è stata davvero indovinata, in quanto ha fatto trapelare una “sensibilità” e una forma di rispetto amichevole da parte dello store.

Tradotto in modo informale il messaggio suonava all’incirca così: “Lo so, ti stiamo rompendo le scatole con i nostri messaggi, e per questo ci scusiamo con te, ma veramente ci sono di quegli sconti qua da noi che davvero sarebbe un peccato perdere.”

Questo direct marketing, diretto, aggressivo ma rispettoso allo stesso tempo ha fatto sì che io mi recassi in quel negozio, spinto dalla convinzione che qualcosa al caso mio l’avrei trovato.

Per la cronaca: non ho comprato niente ed anzi…rincasando mi sono fermato nel mio negozio di fiducia, dove invece ho effettuato l’acquisto!

Gianluca Marconato per Marketingarena.it

 
 
AUTORE

Gianluca Marconato

 
 

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